Accadde il 29 dicembre 1890 – Il genocidio dei nativi d’America

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La storia è ricca di date da ricordare ed il 29 dicembre del lontano 1890, è una di queste, anche se probabilmente pochi sanno o ricordano di che si tratta. Poco più di un secolo fa, accadeva infatti qualcosa di poco noto, ma di peso per la storia: succede a volte che fatti anche importanti passino un po’ sotto silenzio, perchè – si sa – sono i vincitori che scrivono la storia che poi troviamo sui libri di scuola.

Ebbene, in data d’oggi esattamente 129 anni fa – nelle lontane Americhe – ci fu ad opera dei conquistatori bianchi, lo sterminio di Wounded Knee, l’ultima strage di pellirosse. Viene stimato, che dal XV secolo e fino alla fine del XIX secolo – epoca di colonizzazione massiccia del nuovo continente – solo nel nord America morirono 18 milioni di nativi, come conseguenza di guerre di conquista, di perdita del loro ambiente e di atti di vero e proprio sterminio.

Certo l’epopea del west, l’avanzata dei coloni verso le grandi pianure dell’ovest e le guerre di frontiera, ci sono state raccontate dall’iconografia dominante e dalla rappresentazione cinematografica, in un modo dove i bianchi erano ovviamente i buoni e quelli che impropriamente venivano chiamati indiani, erano i barbari, cattivi e selvaggi.

Nei film western, che sono stati parte della nostra infanzia, tutti parteggiavamo per le divise ed i ‘visi pallidi’ e non si aspettava altro che giungesse l’immancabile ‘arrivano i nostri’ per tirare un sospiro di sollievo, così che il film potesse finire nella soddisfazione generale con la sconfitta, di volta in volta, dei vari Sioux, Comanches, Apache, Cherokee, Cheyenne.

Ma non fu solo una guerra di conquista delle vaste e ricche praterie, quella operata dai coloni, quanto piuttosto un insanabile scontro di forme di civiltà opposte, di culture contrastanti, d’etnie diverse: da una parte i nativi che non erano un popolo omogeneo tra loro, nomadi, cacciatori di bisonti; dediti a scorribande e saccheggi, avevano le loro regole primordiali, consideravano la madre terra un bene comune a cui attingere senza vincoli di possesso individuale, non conoscevano la ricchezza e tutto ciò che possedevano e dividevano erano i proventi della caccia e marginalmente il ricavato delle colture; credevano nel grande spirito manitù ed in altri piccoli spiriti che risiedevano nei fiumi e nel cielo; erano di animo guerriero, sempre in lotta tra loro e divisi in piccole comunità chiamate tribù, con lingue diverse l’una dagli altri.

I conquistatori erano completamente diversi e diametralmente opposti: bianchi di pelle, per lo più rozzi ed ignoranti, un popolo errante in cerca di fortuna, commercianti, cercatori d’oro, allevatori, coltivatori, ma anche avventurieri e criminali comuni: l’west era il sogno di ognuno, terra fertile e ricca anche nel sottosuolo che tutti potevano recintare ad uso personale; le regole erano poche, la violenza all’ordine del giorno, tutti erano armati di pistola e fucile; la legalità era parola dal significato dubbio ed un po’nebbioso, ciò che contava davvero era la legge della colt.

Come si diceva, il 29 dicembre 1890 con lo sterminio di Wounded Knee, l’ultima strage di pellirosse, si arrivò all’ultimo atto di una guerra dove – come è ovvio – l’integrazione si dimostrò impossibile: i Sioux vivevano ormai nelle riserve, affamati e in miseria; Toro Seduto era appena stato ucciso e per paura, il capo Big Foot decise di spostarsi con la sua gente verso sud per raggiungere la più sicura riserva di Pine Ridge.

Uomini, donne, bambini, anziani e disarmati, sventolando bandiera bianca furono massacrati dall’esercito; si racconta che faceva un freddo terribile quel giorno, nevicava ed un vento gelido spazzava la prateria, pare che per errore sia partito un colpo: la reazione dei soldati fu terribile e spietata; fu aperto il fuoco ed a fucilate ed a colpi di cannone contro la gente disarmata, affamata e quasi congelata dal freddo, l’operazione fu conclusa in pochi minuti; 370 Sioux rimasero stesi a terra morti. Gli ufficiali responsabili della strage furono addirittura ricompensati con venti medaglie al valore militare.

Il massacro di Wounded Knee, fu una delle pagine più terribili e cruente della storia americana, anche a causa della fossa comune nella quale i corpi vennero ammassati alla rinfusa; la data segnò la fine della ribellione degli Indiani Nativi per la difesa del loro territorio e la loro rinuncia a voler cercare una qualche forma di reciproco rispetto con il popolo bianco; oggi a imperituro ricordo, nel luogo di quell’eccidio c’è una targa che ricorda quel terribile ed inumano gesto.

Solo nel 1991 venne dichiarato l’Anno della Riconciliazione alla presenza dei 9 capi delle tribù sopravvissute a Wounded  Knee; nel 2010, poi fu annunciato l’Anno dell’Unità, per incentivare la collaborazione, la comprensione e la riconciliazione reciproche.

Alberto Porcu Zanda

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