Ad Oristano 5 nuovi contagi e 4 guarigioni dal Covid-19

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Per effetto dell’aggiornamento odierno i casi di positività al Covid-19 accertati ad Oristano dall’inizio di settembre, salgono a 389, mentre dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati 414, i pazienti guariti sono 221 e dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati 246, i soggetti ancora in cura sono 160.

Si registrano anche 23 decessi (623 in tutto). Le vittime: sette residenti della provincia di Sassari, cinque della Città Metropolitana di Cagliari, cinque del Sud Sardegna, tre della provincia di Nuoro, tre di quella di Oristano.

Sul territorio, dei 27.142 casi positivi complessivamente accertati, 5.894 (+112) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 4.261 (+44) nel Sud Sardegna, 2.153 (+37) a Oristano, 5.416 (+144) a Nuoro, 9.418 (+68) a Sassari.

Intanto proprio oggi, i sindaci dell’oristanese hanno portato in Consiglio regionale la grave emergenza sanitaria della provincia di Oristano, presentate questa mattina dai tanti sindaci del territorio che hanno portato il grido di dolore delle rispettive comunità davanti al palazzo della Regione e poi nell’aula del Consiglio regionale. A riceverli e ad ascoltare la loro voce il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais, quello della Commissione Sanità Domenico Gallus che è anche Sindaco di Paulilatino e i consiglieri regionali dell’oristanese: Francesco Mura, Diego Loi, Annalisa Mele, Alessandro Solinas ed Emanuele Cera.

A Cagliari erano tanti i Sindaci che, in fascia tricolore, hanno voluto manifestare per chiedere il ripristino dei servizi socio-sanitari nella provincia di Oristano attraverso l’invio del personale medico e infermieristico necessario. La manifestazione, promossa dal Comitato di distretto sanitario di Oristano, ha richiamato anche sindaci di altri distretti perché la crisi abbraccia l’intero territorio della provincia, i suoi tre ospedali (Oristano, Bosa e Ghilarza) e il sistema della sanità territoriale.

“Chiediamo un atto politico forte che dia forza alla nostra richiesta – ha detto Andrea Lutzu, Sindaco di Oristano e Presidente del Comitato di distretto sanitario -. Le richieste del territorio sono note e riguardando la crisi del sistema ospedaliero, le carenze di organico, le gravi difficoltà della sanità territoriale. Chiediamo un impegno politico rispetto a una situazione di emergenza che non è più accettabile”.

Sulla stessa linea tutti i sindaci che hanno preso la parola. A cominciare da Andrea Abis, sindaco di Cabras, che ha ricordato la prolungata chiusura del Pronto soccorso dell’Ospedale San Martino e quelli del personale: “Non è accettabile la giustificazione che Oristano non è attrattiva”. Per il Sindaco Abis occorre inoltre intervenire per sostenere la sanità territoriale che favorirebbe la prevenzione e ridurrebbe i fenomeni migratori.

Sandro Pili, primo cittadino di Terralba, ha parlato di una situazione drammatica: “Dobbiamo restituire alla collettività i tre ospedali della provincia che oggi vivono una grande crisi. Inoltre, potenziando la sanità territoriale si alleggerirebbe il carico sugli ospedali”.

“Abbiamo raccolto e stiamo rappresentando la disperazione dei cittadini” ha detto Manuela Pintus, sindaco di Arborea, mentre Renzo Ponti, sindaco di Nurachi, la crisi non è solo del Pronto soccorso, ma di tutti i reparti ospedalieri: “Ci serve un Mario Draghi della sanità per risollevare le sorti del nostro sistema sanitario”.

Per Luigi Tedeschi, Sindaco di San Vero Milis, la provincia di Oristano da tempo è stata penalizzata nelle scelte di programmazione: “Gli ospedali di Bosa e Ghilarza sono un esempio, così come il San Martino di Oristano che rappresenta solo la punta dell’iceberg”.

“La nostra provincia è uscita da tutti i radar e non solo quelli della sanità – ha aggiunto Antonio Pili, Sindaco di Allai -. Di questa provincia non si può lasciare solo lo scheletro”.

Per Francesco Mereu Sindaco di Ales “senza atti concreti si certifica la morte della sanità del nostro territorio”.

Unanime la richiesta di un atto politico forte, ma ancora prima di atti concreti per l’invio dei medici e degli infermieri necessari per ristabilire livelli assistenziali minimi.

E una risposta l’ha fornita il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Domenico Gallus: “IL Commissario dell’Ares Massimo Temussi ha comunicato oggi che la direzione ospedaliera del San Martino sarà affidata in esclusiva a Sergio Pili, una delle figure più preparate del nostro panorama, che finora si è dovuto dividere tra più ospedali”.

Per Gallus la pandemia da Coronavirus “ha fatto emergere le gravi carenze della sanità territoriale e la Regione, il Presidente, l’Assessore e la Commissione Sanità, in questo senso intendono muoversi nel futuro potenziando i medici di base e prevedendo nuove figure come l’infermiere di famiglia e il geriatra per una medicina proattiva capace di anticipare i problemi”.

Gallus ha annunciato interventi anche per gli ospedali e risorse per i poliambulatori e, infine, si è detto disponibile a presentare una mozione da portare nell’aula del Consiglio regionale.

Prima di lui Alessandro Solinas, consigliere regionale dei Cinquestelle, aveva preso l’impegno di sostenere le rivendicazioni dei sindaci con soluzioni immediate, ma anche di lungo periodo per risolvere i problemi strutturali della sanità oristanese.

Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale e sindaco di Nughedu Santa Vittoria, ha invitato a non diversi sul tema della sanità: “Bisogna rendere la provincia nuovamente protagonista e questo è il compito della politica. Per i ruoli di vertice della sanità serve una persona capace e io sosterrò questa scelta”.

Per Diego Loi, consigliere regionale e Sindaco di Santulussurgiu, “non c’è più tempo da perdere. Occorre partire da un punto preciso per invertire la rotta e avviare un progetto che restituisca fiducia e rassicuri le comunità”.

“Se oggi i sindaci sono qui è perché si è creata una situazione che non si riesce a governare – ha detto Emanuele Cera, di Forza Italia -. Ci sono delle responsabilità ed è giunto il momento di assumere una posizione forte che garantisca a tutti il diritto alla salute”.

“L’organizzazione messa in atto per la sanità oristanese non è stata all’altezza e oggi ci si sta riorganizzando – ha aggiunto Annalisa Mele (Lega) -. Va bene un atto politico, ma solo se sarà seguito da atti concreti che devono partire da tre punti fondamentali: un reclutamento di emergenza del personale necessario attraverso una mobilità di emergenza che interessi tutti i medici della Sardegna, uno screening continuo per tutto il personale ospedaliero, la individuazione di percorsi sicuri anti Covid per garantire la piena funzionalità dell’ospedale”.

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