Ad Oristano si è parlato di Errori giudiziari e ingiusta detenzione

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Interessante evento formativo quello svoltosi ieri, 27 settembre, nella sala convegni Unifidi, in via S.Mele, 7 ad Oristano.

Intrigante e sempre attuale il titolo: “Errori giudiziari e ingiusta detenzione”. L’evento è stato organizzato su iniziativa della Camera Penale di Oristano, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Oristano e l’Ordine regionale dei giornalisti della Sardegna.

Dopo i saluti di Rosaria Manconi, presidente della Camera penale di Oristano e del presidente dell’ODG della Sardegna, Francesco Birocchi,  hanno fatto seguito gli interventi di Benedetto Lattanzia, giornalista, fondatore di Errorigiudiziari.com., che nel suo discorso ha sottolineato il fatto che in Sardegna dal 2015 al 2018, gli errori segnalati sono stati  abbastanza pochi: solo otto.

Per il Pubblico Ministero, Paolo De Angelis, invece, bisogna tener conto anche del fatto che le indagini vengono svolte attraverso la Polizia giudiziaria, che porta le prove dell’accusa al giudice e spesso in questi passaggi si moltiplicano le difficoltà nella ricerca della verità.

Durante la sessione della mattina, sono stati sentiti anche due protagonisti di errori giudiziari, che hanno parlato delle loro tristi esperienze, l’imprenditore Diego Olivieri e il presidente del “Progetto innocenti”, Giuseppe Gulotta .

Impressionanti i dati che sono emersi, in Italia ogni anno mille persone vengono risarcite o indennizzate per errori giudiziari e ingiuste detenzioni, con una spesa media annua, da parte dello Stato, di 29 milioni di euro.

La maggior parte delle persone che subiscono errori giudiziari, pur di non avere niente a che fare con giudici ed avvocati, non chiede nessun indennizzo, ma nonostante ciò, lo Stato, per le ventottomila persone che sono state indennizzate dal 1990 ad oggi, ha speso la ragguardevole somma di 800 milioni di euro. Un danno erariale senza precedenti di cui nessun giudice è stato chiamato a risponderne, nonostante siano stati dimostrati errori evidenti.

A fine mattinata, è stato proiettato anche il docufilm “Non voltarti indietro”, realizzato dall’associazione Errorigiudiziari.com, per la regia di Francesco Del Grosso, premiato con la menzione speciale ai “Nastri d’Argento DOC 2017”. I protagonisti di Non voltarti indietro, sono una commercialista, un impiegato delle poste, uno stilista di moda, un assessore comunale e una dipendente pubblica. Cinque persone come tante, con giornate scandite da lavoro, famiglia, amici. Fino a quando le loro vite non vengono travolte dalla giustizia che sbaglia, dalle manette, da processi interminabili, dal carcere ingiusto.
Le storie di Fabrizio Bottaro, Daniela Candeloro, Lucia Fiumberti, Vittorio Gallo e Antonio Lattanzi, sono al centro del docufilm “Non voltarti indietro” che, attraverso un ritratto a più voci, restituisce la misura incolmabile di autentici calvari, consumati tra le celle dei penitenziari, le mura domestiche e i tribunali, per poi trovarsi a fare i conti con la rinascita e il tentativo di mettere alle spalle quell’esperienza che ha lasciato ferite che non si rimargineranno mai.

Nella sessione pomeridiana, egregiamente moderata dalla giornalista di Rai Sardegna, Chiara Zammitti, molto significativa la testimonianza di Francesca Scoppelliti, compagna di Enzo Tortora e presidente della Fondazione per la giustizia Enzo Tortora, che non ha potuto fare a meno di esprimere tutta la sua amarezza per come si sono svolti i fatti che hanno interessato il triste caso del presentatore e ha sbottato sottolineando che “di lui si fatica a parlarne, perchè è morto di mala giustizia e anche la Rai non lo ricorda mai, perchè parlare di Tortora, significa parlare di errori giudiziari”. Quindi è stato il turno del giudice del tribunale di Cagliari, Massimo Costantino Poddighe, che ha evidenziato che “l’attività giudiziaria è molto difficile, l’errore umano è sempre possibile – e ha anche aggiunto – il criterio di nomina dei giudici deve essere più variegato, le assegnazioni non devono essere automatiche”.

Per l’avvocato Domenico Putzolu, componente della giunta UCPI e presidente dell’Osservatorio errori giudiziari, “fare il magistrato non è facile e soltanto il vero confronto tra le parti che può limitare l’errore giudiziario”. Successivamente è stato il turno di Matteo Pinna, avvocato del Foro di Cagliari, che ha voluto spostare l’attenzione sul fatto che “il processo distorce la sua funzione, quando la verità è una cosa complicata”. 

In conclusione della serata, molto significativi gli esempi di errori giudiziari esposti dalla vice presidente dell’Associazione Diritti Umani, Sonia Sommacal, che ha portato all’attenzione della platea diversi casi tra i quali quelli eclatanti di Giuseppe Gullotta, che era stato arrestato e incarcerato ingiustamente per ventidue anni a causa di   una confessione estorta con la tortura e di Diego Olivieri, che venne arrestato e detenuto ingiustamente con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio di denaro sporco e inside trading per 600 milioni di dollari, il tutto sulla base di dichiarazioni di un presunto pentito. L’imprenditore Veneto, tra l’altro, oltre al danno ha subito anche la beffa in quanto, la Corte d’Appello di Roma, ha respinto la richiesta di indennizzo, non avendo riscontrato
alcuna colpa grave nell’emissione del provvedimento cautelare, ritenuto giustificato dalla documentazione in possesso dei magistrati in quel momento. E anche la Cassazione ha respinto il ricorso contro quella decisione ritenendolo inammissibile per la tardiva impugnazione e ha condannato Diego Olivieri a pagare sia le spese processuali, sia duemila euro, da versare alla cassa delle ammende.

Amara la conclusione di Sonia Sommacal: “Il risarcimento dei danni non è una soluzione ottimale, in quanto non può dare al danneggiato tutto ciò che la condanna gli ha tolto”.

Gian Piero Pinna

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