Aquarius. La Francia alza la voce contro l’Italia, ma si rifiuta di far sbarcare i migranti

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La nave Aquarius si trova tra Malta e l’Italia e ne uno e ne l’altro Paese hanno intenzione di accogliere i 141 immigrati salvati al largo della Libia. Matteo Salvini è stato chiaro: “Aquarius non vedrà mai un porto italiano. È di proprietà di un armatore tedesco e batte bandiera di Gibilterra. Stiamo monitorando tutto con le forze dell’ordine. Può andare dove vuole, non in Italia”. E il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, gli ha fatto eco su Twitter avvisando il governo britannico (che ora si ribella e ritira i permessi alla Aquarius): “È stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi”.

A questo punto, sembra che le ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere abbiano preso atto della ferma decisione di Malta e Italia tanto che su Twitter hanno scritto (con un velo di critica): “Le autorità marittime di Malta e Italia hanno informato la nave Aquarius che non concederanno un luogo sicuro di sbarco alle 141 persone a bordo. Abbiamo appena raggiunto una posizione di standby esattamente tra Malta e l’Italia. Restiamo in attesa di ulteriori indicazioni”. Così hanno chiesto aiuto all’Ue che ha risposto con un ormai classico “siamo pronti al massimo impegno diplomatico per arrivare a una soluzione rapida”. Ma la “soluzione rapida” non è arrivata.

Intanto, anche la Spagna ha abbandonato la linea buonista negando lo sbarco agli immigrati, nonostante Barcellona si sia offerta: “La Spagna non è il porto più sicuro perché non è il porto più vicino come stabilito dal diritto internazionale”. E in tutta questa bufera ci mette il naso pure la Francia. Il direttore del porto francese di Sète, Jean-Claude Gayssot, si è detto pronto a far attraccare la nave Aquarius, se il governo francese darà la sua approvazione. “Abbiamo un porto – scrive il direttore – tre moli sono disponibili e possiamo accogliere questi migranti in qualsiasi momento, ma non possono venire senza l’approvazione delle autorità francesi”. Approvazione che infatti non è arrivata.

Ma la Francia, nonostante non apra i porti, si permette di criticare la scelta dell’Italia e quindi del ministro Matteo Salvini. Parigi si rammarica per la “posizione politica molto dura” del governo italiano che rifiuta di accogliere le navi delle Ong da giugno, quando invece “l’Italia ha i mezzi per accogliere” Aquarius. A dirlo è proprio l’Eliseo, secondo cui è necessario trovare “rapidamente” il porto sicuro più vicino per la nave che ha soccorso 141 migranti a largo della Libia. Ma dopo aver criticato l’Italia, aver lanciato il sasso, il governo francese nasconde la mano e precisa che un porto sicuro non può essere in Francia perché “la nave si trova tra Malta e l’Italia”.

E in questo braccio di ferro, a dare il colpo di grazia è il Regno Unito. Le autorità di Gibilterra hanno annunciato che ritireranno a partire dal 20 agosto i permessi che consentono all’Acquarius di navigare battendo bandiera di Gibilterra, sostenendo che l’imbarcazione si era registrata formalmente come barca di ricerche e non come nave di salvataggio. L’Amministrazione marittima di Gibilterra ha assicurato di non aver dato all’Acquarius il permesso di operare come nave di salvataggio e che a giugno e luglio di quest’anno le ha chiesto formalmente di “sospendere le operazioni” e tornare al suo status della registrazione originaria.

Alla fine, nessun Paese vuole farsi carico dei 141 immigrati a bordo della Aquarius. Ma la Francia continua con la sua arroganza

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