Architetti cagliaritani sul verde pubblico cittadino: servono programmazione, interdisciplinarietà e una buona comunicazione

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«Che il tema del verde pubblico sia diventato argomento di confronto e discussione tra i cittadini è certamente un fatto positivo che dimostra una mutata sensibilità rispetto ai temi dell’ambiente». Il riferimento nelle parole del Presidente dell’Ordine degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori cagliaritano Michele Casciu, è ai recenti fatti (tagli, potature e capitozzature di alberi in città) che hanno dato vita a una serie di polemiche e discussioni.

«Siamo convinti – spiega Casciu – che si debba ripartire innanzitutto da una nuova programmazione del verde che non può fare a meno di un nuovo progetto urbanistico, non con interventi singoli e slegati tra loro, ma avendo bene a mente una visione di insieme, cui segua una politica di gestione e manutenzione lungimirante che tenga conto del contesto urbano, dei suoi abitanti, della storia di quel verde e, soprattutto dei risultati che si vogliono ottenere». In secondo luogo, per gli architetti è sempre necessario che vengano coinvolte tutte le categorie di professionisti che, a diverso titolo, hanno competenze scientifiche in materia: «Non possiamo fare a meno di un approccio interdisciplinare che coinvolga agronomi, botanici, architetti e paesaggisti. Alla politica il compito di avere una visione precisa con obiettivi chiari che eviti gli errori del passato, come quando, ad esempio, si era deciso di ridurre la portata di alcuni viali cittadini a vantaggio dei parcheggi per le auto. A noi il compito di essere di supporto». Programmazione e interdisciplinarietà però, secondo il presidente, non bastano: «Si parla spesso di quanto in questa epoca sia fondamentale la comunicazione. Bene, è uno strumento formidabile per il coinvolgimento delle persone, perché non usarlo adeguatamente? I cittadini devono avere l’opportunità di sapere quel che accadrà, in quale modo e con quali priorità un’amministrazione intende gestire questo patrimonio che non ha a che fare solo con l’aspetto della sostenibilità ambientale, ma anche con quello storico e culturale. Si pensi alla fondamentale importanza delle alberature monumentali per le quali gli interventi devono essere ancora più attenti e specifici. Da qui l’importanza del Piano del Verde di cui ogni Comune dovrebbe dotarsi per una programmazione omogenea che eviti interventi estemporanei». Infine, conclude il presidente: «sono fondamentali i controlli. Le ditte che si aggiudicano gli appalti di manutenzione devono essere indirizzate e controllate».

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