Arcivescovo di Cagliari: disposizioni per la Settimana Santa 2020

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Cagliari. Cattedrale di Santa Cecilia e Santa Maria. La navata centrale.

Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.

Quest’anno vivremo i giorni della Settimana Santa nello spazio spirituale delineato dalle parole che il Santo Padre Francesco ha pronunciato in occasione del Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia dello scorso 27 marzo. Dopo un tempo quaresimale intenso e doloroso, ci apprestiamo a celebrare i misteri della salvezza nella venerazione della Passione di Cristo e nell’accoglienza gioiosa dell’annuncio di Pasqua. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
Il permanere delle disposizioni delle autorità civili per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica in atto, limitando la libertà di movimento e impedendo ogni forma di assembramento, costringe a celebrare la Settimana Santa secondo una modalità tutta particolare, tenendo conto delle norme e indicazioni date dal Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 25.03.2020 (Decreto) e dalla Nota della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana diffusa in pari data (Nota).

Criteri generali

  1. I Vescovi e Presbiteri celebrano senza concorso di popolo, evitando per quanto è possibile la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace.
  2. L’Arcivescovo celebra la Settimana Santa e il Triduo Pasquale in Cattedrale secondo il seguente calendario:
    – Domenica delle Palme 5 aprile
    Ore 10 Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme e Santa Messa
    – Giovedì santo 9 aprile
    Ore 17 Santa Messa nella Cena del Signore
    – Venerdì santo 10 aprile
    Ore 17 Celebrazione della Passione del Signore
    – Sabato santo 11 aprile
    Ore 21.30 Veglia Pasquale nella notte santa
    – Domenica di Pasqua 12 aprile
    Ore 10 Santa Messa nella Risurrezione del Signore
    Ogni parroco è invitato a celebrare nella propria chiesa parrocchiale.
  3. Per garantire la dignità alla celebrazione, accanto al celebrante può essere assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione. È necessario comunque che siano rispettate tutte le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica.
  4. I fedeli siano avvisati dell’ora di inizio delle celebrazioni e invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione in diretta dei vari momenti celebrativi e alla valorizzazione di sussidi curati per la preghiera familiare e personale. Bisogna in particolare salvaguardare la trasmissione “in diretta” della celebrazione, poiché solo la contemporaneità può favorire la “partecipazione”, possibile nel momento presente. In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum e la recita del santo rosario. La CEI sta preparando un sussidio per la celebrazione del triduo pasquale in famiglia che, appena disponibile, i sacerdoti sono invitati a far conoscere ai fedeli.
  5. Sono consentiti l’apertura e l’accesso dei fedeli ai luoghi di culto, purché si evitino assembramenti e si assicuri la distanza interpersonale di almeno un metro.
  6. Per le celebrazioni nei seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose ci si attiene alle valutazioni del Vescovo, al quale comunque occorre riferirsi per il discernimento di casi peculiari.
    Celebrazioni della Settimana Santa nell’Arcidiocesi di Cagliari
  7. Domenica delle Palme. La Commemorazione dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme si celebra all’interno dell’edificio sacro, a porte chiuse:
  • nella chiesa Cattedrale si adotta la seconda forma prevista dal Messale Romano, con una processione all’interno della chiesa con ramo d’ulivo o di palma;
  • nelle chiese Parrocchiali e negli altri luoghi si adotta la terza forma prevista dal Messale Romano, in forma semplice. È possibile anche la proclamazione del vangelo dell’ingresso del Signore all’inizio della Messa. Si eviti la benedizione degli ulivi e delle palme, strettamente legata alla processione che quest’anno si omette. È opportuno invitare le famiglie a esporre nella propria casa un ramo d’olivo, o una palma o anche un altro fiore e a recitare insieme una preghiera nel ricordo di Gesù Cristo Re.
  1. La Messa crismale viene rinviata a una data successiva al termine dell’emergenza sanitaria, così da consentire la piena partecipazione di presbiteri e laici. Sarà il Consiglio Episcopale Permanente della CEI a offrire un orientamento unitario, in sintonia con la decisione che il Santo Padre, Primate d’Italia, adotterà per la Diocesi di Roma.
    Gli oli benedetti nella Messa del Crisma dello scorso anno vengono conservati e se ne farà uso fino a quando non verrà celebrata la Messa del Crisma in quest’anno. Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).
  2. La Messa in Coena Domini viene celebrata in orario serale, secondo il Messale. Sono omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo viene riposto nel Tabernacolo. Il Decreto concede in via straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare la S. Messa in luogo adatto, senza concorso di popolo.
  3. Il Venerdì Santo. La celebrazione della Passione del Signore si svolge secondo i Libri Liturgici. Nella Preghiera universale la decima Orazione è sostituita con la formula seguente:
    X. Per i tribolati
    Preghiamo, fratelli carissimi,
    Dio Padre onnipotente,
    perché liberi il mondo dalle sofferenze del tempo presente:
    allontani la pandemia, scacci la fame,
    doni la pace, estingua l’odio e la violenza,
    conceda salute agli ammalati,
    forza e sostegno agli operatori sanitari,
    speranza e conforto alle famiglie,
    salvezza eterna a coloro che sono morti.
    Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:
    Dio onnipotente ed eterno,
    conforto di chi è nel dolore,
    sostegno dei tribolati,
    ascolta il grido dell’umanità sofferente:
    salvaci dalle angustie presenti
    e donaci di sentirci uniti a Cristo,
    medico dei corpi e delle anime,
    per sperimentare la consolazione promessa agli afflitti.
    Per Cristo nostro Signore
    L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante. Al di fuori delle celebrazioni si può esporre nelle chiese il Crocifisso, evitando la pratica devozionale del bacio.
  4. Veglia pasquale. Il Decreto prescrive che la Veglia Pasquale sia celebrata solo nella Cattedrale e nelle Chiese Parrocchiali. Sono da rinviarsi i battesimi. Per l’ “Inizio della Veglia o lucernario” si omette l’accensione del fuoco, si accende il cero e, senza la processione, si continua con il preconio e la liturgia della Parola. La Liturgia battesimale comporti solo la rinnovazione delle promesse battesimali.
  5. Giorno di Pasqua. Si celebri una sola Messa, come sempre e più di sempre, “per il popolo”. Il suono delle campane a distesa alle 12.00 sarà segno di annuncio della vittoria di Cristo sulla morte e di speranza per gli uomini e le donne in questo tempo di sofferenza.

Considerazioni di carattere generale

  1. Circa gli spostamenti. Queste indicazioni tengono conto della normativa attuale che regola gli spostamenti, e della relativa autocertificazione. In merito il Ministero dell’Interno ha precisato, in una lettera inoltrata ai presbiteri il 28 marzo u.s., che il servizio liturgico «è da ritenersi ascrivibile a “comprovate esigenze lavorative”». Per i sacerdoti incaricati di più parrocchie, in diversi Comuni, è stato appurato che il loro spostamento è legittimo e considerato motivato.
  2. La confessione. La Nota ricorda che in caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH 1677]; Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452).
  3. Le espressioni della pietà popolare e le processioni che sono solite svolgersi nella nostra Arcidiocesi in questo periodo sono sospese ed eventualmente trasferite a una data conveniente.

Un pensiero carico di riconoscenza rinnovo ai presbiteri, che in queste settimane hanno offerto un chiaro esempio di generoso impegno nell’annuncio della Parola, nella preghiera per e con il popolo, nella testimonianza della carità e nella vicinanza della fraternità. La prova che stiamo vivendo rendono più vere le parole ascoltate nel giorno dell’ordinazione: Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore. Ho potuto constatare la fecondità di questa conformazione al Signore, il quale proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova (Ebr 2,18).
Su tutti invoco la grazia, la misericordia e la pace di Dio Padre e di Cristo Gesù nostro Signore.
Cagliari, 30 marzo 2020

  • Giuseppe Baturi
    Arcivescovo
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