Danza, mimo, trasformismo e illusionismo. “Bells and Spells”, andato in scena ieri sera al Teatro Massimo, è tutto questo grazie alla regia, scenografia e costumi di Victoria Chaplin e all’interpretazione di Aurelia Thierrè, rispettivamente figlia e nipote dell’indimenticabile Charlie Chaplin.
Intorno a quadri che prendono vita, pareti che rilasciano personaggi, sedie e tavoli che si muovono da soli, sul palco c’è una cleptomane desiderosa di volersi prendere tutto. La protagonista, non si limita a questo lasciandosi guidare nella danza dal ballerino portoricano Jaime Martinez sulle musiche proposte da Don Bouffand.
L’atmosfera è surreale, non esiste un filo logico in questo gioco di trasformismo. Può capitare che la testa di Aurelia si stacchi dal resto del corpo o che la stessa attrice sparisca dietro un lenzuolo. Può succedere che una collana, precedentemente rubata, possa ritrovarsi sul collo della malcapitata con un semplice gesto.
Così fra pannelli in continuo movimento e oggetti multifunzionali, il ritmo è incalzante. Nei 70 minuti circa di spettacolo, lo spettatore si lega amichevolmente alle vicende che si susseguono a sipario alzato.
“Bells and Spells”, si rivela interessante e piacevole. Per chi è vuole lasciarsi condurre nel mondo della magia, c’è tempo fino a domenica pomeriggio.