Brexit. Europa dell’est in stato di shock

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I risultati del referendum britannico hanno mandato in panico l’Europa orientale. I “giovani europei” non solo sono strettamente legati alla Gran Bretagna da un punto di vista economico, ma vedono in essa il principale alleato geopolitico sia rispetto alla Russia sia alla Germania.

I commentatori dei media occidentali affermano che il referendum britannico ha avuto un’onda d’urto dal Baltico al Mar Nero. Sebbene in Polonia e Ungheria siano al potere la destra e le forze nazionaliste, sia il presidente ceco renziMilosSemana sia il primo ministro slovacco Robert Fico non si tirano indietro dal criticare la UE: nessuno di loro ha osato mettere in discussione l’appartenenza all’Unione Europea.

In Polonia (il principale beneficiario dell’allargamento orientale della UE) l’80% della popolazione sostiene la fedeltà a Bruxelles, in Slovacchia la pensa allo stesso modo oltre il 60%.

E’ comprensibile: i Paesi dell’ex blocco sovietico ricevono miliardi di euro di sussidi da Bruxelles. Tuttavia la Brexit riduce automaticamente i flussi verso Est, dal momento che il Regno Unito è il secondo donatore, dopo la Germania, del bilancio della UE.  Ad esempio la piccola Lituania, che fornisce complessivamente 320 milioni di euro l’anno, riceve finanziamenti per oltre 2 miliardi di euro.

Aggrava la situazione il problema dei lavoratori migranti dell’Europa orientale, il cui numero ufficiale è di solo 1,2 milioni di persone. Non meno di 800mila polacchi lavorano nel Regno Unito. Con la Brexit la metà di loro (non in possesso del permesso di soggiorno a tempo indeterminato) rischia l’espulsione.

I trasferimenti in denaro dei lavoratori migranti polacchi in patria raggiungono il miliardo d’euro ogni anno: di fatto sono una parte consistente del bilancio nazionale. I trasferimenti dei lavoratori ungheresi, secondo le stime della Banca Mondiale, superano i 350 milioni di euro. Inoltre le esportazioni verso il Regno Unito di Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria ammontano al 4% del PIL.

Agli europei dell’Est desta preoccupazione l’aspetto geopolitico della Brexit”. Gli inglesi sono i sostenitori più convinti della linea dura contro la Russia. E’ estremamente importante per l’Europa dell’Est anche il ruolo della Gran Bretagna come contrappeso all’egemonia tedesca nella UE.

L’eurodeputato polacco Richard Czarnecki ha dichiarato che “ora l’Unione Europea sarà palesemente accondiscendente con laRussia e rinuncerà presto alla politica di sanzioni”.

Il fatto che ora in Europa farà il bello e cattivo tempo la Germania è sostanzialmente condiviso da tutti i commentatori.

Può dare impulso ai movimenti nazionalisti e populisti in Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. Cercheranno di sfruttare la Brexit per portare avanti le loro richieste a Bruxelles e complicare il processo per l’ulteriore integrazione europea.

Dopo aver appreso del risultato del referendum britannico, il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka ha dichiarato: “Ora la UE dovrebbe essere riformata il più presto possibile.” Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha chiesto di cambiare la politica migratoria della UE, il leader del partito conservatore polacco “Legge e Giustizia” Jaroslaw Kaczynski si è espresso a favore di “un nuovo trattato europeo.”

L’Unione Europea è stata creata con lo scopo di ricostruire l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale e per contrastare l’Unione Sovietica nel continente. Per decenni la UE ha effettuato con successo questa missione, ma ora è sconfitta su entrambi i fronti. E’ in dubbio lo stesso senso dell’esistenza della UE.

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