Bullismo femminile, a Nuoro minorenni ammonite dal Questore

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Bullismo al femminile, un fenomeno che in Italia si sta diffondendo notevolmente. Quello della violenza tra ragazze può essere definito, un fenomeno sommerso, di cui si parla poco, dal momento che assume spesso delle caratteristiche diverse e delle modalità di espressione più “silenziose” rispetto al bullismo tra maschi. Telegiornali e riviste tendono spesso a riportare soltanto gli episodi di violenza fisica fra ragazzi, contribuendo a diffondere nell’immaginario collettivo l’idea che siano solo i maschi a mettere in atto tali comportamenti. Non solo, perfino i primi studi e le prime ricerche condotte sul bullismo tendevano a concentrare la propria attenzione sugli atteggiamenti dei ragazzi (considerati i veri bulli) e ad attribuire, invece, alle ragazze il ruolo dispettatrici o di vittime passive.
La realtà dei fatti è invece un’altra: le ragazze sono capaci di episodi di violenza subdoli e talvolta più difficili da individuare, poiché, spesso, non si avvalgono della violenza fisica ma di altre “strategie” per rendere difficile la vita delle vittime prescelte.
La bulla si avvale raramente di pugni, graffi, calci o aggressioni fisiche in generale, quanto piuttosto, di una “violenza verbale”, ovvero continue offese, calunnie, prese in giro sia sull’aspetto fisico che sul comportamento della vittima, fino ad arrivare ad atti finalizzati ad escludere totalmente la vittima dall’intero gruppo-classe; il tutto accentuato da pesanti minacce per intimorire e fare in modo che la persona presa di mira non racconti a nessuno della violenza psicologica subita.
Un caso di bullismo femminile è accaduto di recente a Nuoro dove il Questore, Dr. Massimo Alberto Colucci in sinergia con la Direzione Centrale Anticrimine (SCA), ha ammonito 2 minorenni che importunavano una coetanea, pubblicando su un noto social network un video nel quale si prendevano scherno di lei. Si tratta del primo caso in Sardegna di applicazione di questa nuova forma di ammonimento, non tanto per la mancanza di situazioni specifiche, quanto per la difficoltà delle vittime stesse a denunciare gli episodi di bullismo alla Polizia di Stato. Grazie alla fitta rete di collaborazione con le famiglie, con le comunità di recupero, con gli istituti scolastici, una giovane vittima di continui soprusi ha trovato il coraggio di raccontare ai poliziotti gli episodi di bullismo di cui era vittima. Gli accertamenti dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Anticrimine hanno consentito di riscontrare i fatti dichiarati dalla giovane. I provvedimenti di ammonimento in materia di cyberbullismo sono uno strumento di fondamentale importanza nell’ottica della prevenzione, perché consentono al Questore di intervenire in tempi molto rapidi per arginare situazioni che potrebbero degenerare in fatti molto più gravi, come, ad esempio, reazioni o gesti estremi della vittima. La misura può essere richiesta, prima che sia presentata denuncia o querela, in relazione ad episodi di ingiuria, diffamazione, minaccia o illecito trattamento di dati personali perpetrati, mediante internet, da persona minorenne che abbia compiuto 14 anni ai danni di altro minorenne. L’istanza può essere presentata a qualsiasi ufficio o comando di qualsiasi forza di polizia, che provvede poi all’inoltro, per la trattazione, alla Questura, ove è presente, all’Ufficio Minori della Divisione Anticrimine, personale specializzato, in grado di interloquire con le giovani vittime. Se il bullo ammonito reitera comportamenti vessatori, anche nei confronti di altri minori, scatta la denuncia all’autorità giudiziaria. Al compimento del diciottesimo anno gli effetti dell’ammonimento decadono.

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