Calasetta. Progetto Ràixe: un museo per tutelare il patrimonio dei tabarchini

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Calasetta. Il nome del progetto è essenziale ed eloquente nel contempo: “Ràixe – Spazi digitali per la cultura tabarchina”. E mira dritto al
bersaglio: recuperare, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio immateriale della comunità tabarchina. Come? Creando un grande archivio digitale che sfoci nella realizzazione di uno spazio museale “a tema” nel cuore di Calasetta.

Sono queste le linee (o, per citare il progetto, le cosiddette “macroazioni”) del disegno concepito dalla cooperativa sociale onlus “Millepiedi” che di recente ha incassato l’approvazione per l’assegnazione di un finanziamento della Regione Sardegna (del bando “Domos de Sa Cultura”), assicurandosi una dotazione di 90 mila euro, cui se ne aggiungeranno altri 32 mila a cura della onlus.

L’obiettivo è importante: strappare all’oblio e tutelare attraverso gli strumenti della memoria digitale l’immane patrimonio culturale dei tabarchini, con la sua messa in rete ai fini della fruizione pubblica. Perché il sistema identitario dei tabarchini, proprio per il suo carattere immateriale ovvero radicato (e qui ritorna con eloquenza il concetto di ràixe, radici) nelle trame dell’oralità, non deve andare perduto e merita anzi di essere preservato. Anche attraverso i contatti con le istituzioni e gli attori locali.

«Il dialogo con le altre comunità è fondamentale – spiega Marzia Varaldo, presidente della “Millepiedi” – per questo, negli ultimi tempi, abbiamo organizzato degli incontri anche a Carloforte allo scopo di stimolare il confronto sui temi-chiave del progetto, nell’ottica del coinvolgimento di tutte e cinque le comunità con la stessa origine culturale: oltre a Calasetta e Carloforte, anche Tabarka, Nueva Tabarka e Genova-Pegli».

Dello stesso avviso, il vicesindaco di Calasetta Remigio Scopelliti: «Queste realtà hanno ripreso i contatti e collaborano con entusiasmo al progetto – osserva – siamo inoltre particolarmente felici del rinnovato rapporto tra Calasetta e Carloforte».

Prima della realizzazione dello spazio museale, nell’ambito di una programmazione che si articola nell’arco di 24 mesi e si pone come termine il gennaio del 2020, è dunque fondamentale l’aspetto dell’archiviazione: «Sono iniziate le fasi di digitalizzazione che confluiranno nel museo: abbiamo potuto contare, tra gli altri, sulla disponibilità e sulle conoscenze di Remigio Scopelliti», aggiunge Varaldo.

Il Comune di Calasetta, inoltre, ha dato il suo contributo al progetto mettendo a disposizione i locali di via Umberto, destinati a vestire i panni del polo digitale, e ha aperto le porte dell’archivio comunale (cui si è aggiunta la collaborazione degli archivi di Sant’Antioco e Carloforte) allo scopo di rispettare i punti cardine di “Ràixe”: preservare il sapere senza immobilizzarlo, e renderlo bacino di consultazione e di approccio conoscitivo per i tabarchini stessi e per i curiosi, anche in vista delle naturali ripercussioni sul versante turistico.

«La realizzazione concreta di un simile progetto ha un’indubbia rilevanza culturale – osserva ancora Scopelliti – e sono certo che possa fornire un contributo forte alla nostra missione: ottenere, da parte dell’Unesco, il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità per l’eredità culturale dei tabarchini».

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