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La denuncia per lesioni era partita dopo il marito le aveva tirato un cazzotto in pieno viso, al culmine di un litigio avvenuto per strada, mentre stavano tornando a casa dopo una serata con amici.
Il fatto risale ad un anno fa ed è avvenuto sul lago di Garda; di qualche giorno fa, è invece la pronuncia di archiviazione dell’inchiesta a carico dell’uomo.
La donna, a causa di quel cazzotto subito, era finita pure in ospedale, con relativa prognosi di otto giorni e non era neanche la prima volta che aveva subito violenze da parte del marito; aveva dichiarato: “Una volta mi ha pure picchiata con un mestolo”.
Verbale e referto medico non erano in contestazione, come neppure in dubbio, la avvenuta lite tra coniugi, né le lesioni.
Questi i fatti. Il Giudice non è pervenuto ad un giudizio di colpevolezza, al contrario ha disposto l’archiviazione del caso, definendo il fatto di lieve entità: … “Anche adottando la lettura della vicenda più sfavorevole all’indagato, si manifesta un aggressione al bene della vita oggetto di tutela, in definitiva modesta”.
Il Gip ha stabilito inoltre che i precedenti evocati, non risultano gravi e sono agganciati ad un supporto probatorio di dubbia consistenza. In ogni caso (sono) insuscettibili di radicare la prova del grave reato di lesioni personali.
La decisione stabilisce, insomma, che un pugno in faccia durante una lite (tra marito e moglie) non può portare alla contestazione del reato di lesioni.
La denuncia è stata archiviata, scrive il giudice, “ritenuto che alla stregua dell’incensuratezza dell’imputato, nonché della occasionalità e della obiettiva, contenuta gravità del fatto – per le lesioni guaribili in otto giorni inferte con uno schiaffo e un pugno nel corso di una discussione coniugale – la vicenda può essere persuasivamente ragguagliata ai parametri dell’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”.
Alberto Porcu Zanda
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