Centrale Enel Grazia Deledda, riunione con i sindacati. Pili e Zedda: dalla regione sensibilità e impegno per garantire stabilità al presidio e ai lavoratori

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Cagliari. “I lavoratori meritano garanzie per il futuro, e una stabilità che riguardi sia il presidio industriale che il profilo lavorativo e occupazionale”. Lo ha detto l’assessore regionale dell’industria  Anita Pili, che oggi ha ascoltato in videoconferenza i rappresentanti delle Segreterie territoriali dei lavoratori metalmeccanici FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL, in merito alla situazione della centrale ENEL Grazia Deledda di Portovesme.

All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di ENEL che hanno proposto un piano di riqualificazione delle aziende e del personale locale mediante la formazione per il reskilling dei lavoratori ed altre iniziative di supporto.

“Da parte delle ditte d’appalto – ha detto l’assessore dell’Industria – vi è una legittima preoccupazione di non veder rinnovate le commesse. La Regione è sensibile a questo tema e l’incontro di oggi vuole far sì che si arrivi insieme ad una strategia che scongiuri il ricorso a soluzioni emergenziali che non tutelerebbero né i lavoratori né il futuro della centrale”.

All’incontro è intervenuta la vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda : “La Regione intende sostenere la riconversione industriale del polo di Portovesme. Alla luce della grave crisi internazionale in atto e del programma nazionale di transizione energetica avviato dal Ministero della Transizione ecologica, l’assessorato del Lavoro gioca d’anticipo e mette in campo i progetti formativi necessari per un’eventuale riqualificazione professionale dei lavoratori, propedeutici al percorso di diversificazione energetica che l’Enel avvierà nei prossimi anni.”

“Grazie al lavoro della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, di cui la Regione Sardegna è Presidente – ha aggiunto l’assessore Pili – è stato approvato lo strumento dell’energy release, al momento in fase di decreto attuativo al MITE. Con il Ministero c’è un’interlocuzione costante affinché questo strumento che è stato normativamente approvato sia poi nei fatti operativo ed efficace per le aziende energivore della Sardegna. Al contempo, la questione energetica nel suo intero viene affrontata quotidianamente a livello nazionale per far sì che non ci si ritrovi ad essere servitù dei grossi impianti di produzione che sfruttano il nostro territorio senza garantire né l’attività industriale né la prospettiva di sviluppo del territorio regionale stesso, e i cui benefici andranno a vantaggio di altre regioni.

Stiamo allargando il tavolo, oltre che ai rappresentanti di Agenda Industria,  anche alle amministrazioni locali che, a causa dell’attuale fase emergenziale e delle conseguenti accelerazioni nei provvedimenti autorizzativi, si ritrovano ad essere spesso loro malgrado destinatari di interventi di energia rinnovabile in zone adibite ad  attività produttive. È più che mai necessario adesso avere contributi da parte di tutti per arrivare alla sottoscrizione di un accordo che coinvolga Agenda Industria e i rappresentanti del CAL e dell’ANCI Sardegna, oltre che dell’Università che ha contribuito alla riscrittura della strategia energetica regionale e che contribuirà ad una sua revisione volta a modificare elementi ormai desueti per la stessa, elementi che  dipendono anche da situazione internazionale.

Da parte della Regione Sardegna c’è volontà di lavorare tutti insieme: nei prossimi giorni convocheremo un tavolo congiunto dopo il 20 agosto per la sottoscrizione di un accordo che ci veda operativi fin da subito, affinché la regione Sardegna possa portare un contributo all’interno delle strategie nazionali in qualità di Presidente della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, nella quale sede abbiamo contribuito alla stesura delle leggi necessarie ad affrontare le attuali emergenze.Quello di oggi è un primo passo – ha concluso l’assessore Pili – è necessario un seguito più operativo per capire cosa accadrà nella centrale Grazia Deledda di Portovesme e quali saranno le ricadute che possiamo dare in termini di stabilità e garanzia alle imprese d’appalto”.

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