Cgil sarda. I tirocini della Regione? Una forma di sfruttamento

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La Cgil smentisce le dichiarazioni dell’assessore regionale del Lavoro Mura che, nell’articolo pubblicato
dalla testata online Repubblica degli stagisti, cita in modo errato e fuorviante la posizione del sindacato
piegandola fino a una inesistente condivisione di intenti. La Cgil ha votato contro la proposta sui tirocini
formativi formulata dalla Regione e, già il 6 dicembre scorso, nel corso della riunione in assessorato del
Lavoro e poi con un comunicato stampa, aveva chiesto che fosse modificata nei passaggi previsti prima
dell’approvazione, in Giunta e Commissione regionale.
La Cgil non ha mai condiviso la possibilità che venissero utilizzati i tirocini per determinate mansioni e, anzi, ha criticato fortemente anche la durata e il compenso previsti dalla Regione, ovvero dodici mesi di lavoro retribuito con 400 euro mensili. Il sindacato aveva da subito denunciato pubblicamente l’impostazione dei tirocini così come formulata nella proposta della Regione, come “una forma di sfruttamento legittimata dal pubblico”.
La Cgil aveva chiesto di introdurre il limite di sei mesi e un importo di 800 euro di indennità e aveva
sottolineato che la Regione avrebbe potuto recepire le linee guida nazionali apportando dei miglioramenti, invece ha scelto una strada per nulla condivisibile e per giunta peggiorativa.
Il sindacato denuncia inoltre l’utilizzo di argomenti inconsistenti e capziosi come la debolezza del sistema economico e sociale regionale, che diventa un alibi per favorire comportamenti disinvolti delle aziende, a discapito spesso delle forze del lavoro più giovani e qualificate, che meriterebbero, invece, di essere incoraggiate e non penalizzate ulteriormente.
In realtà, lo strumento del tirocinio viene snaturato rispetto alle sue finalità, lo si trasforma in un ennesimo regalo alle imprese e in una forma odiosa di precariato. Suscita meraviglia che alcune associazione di imprese esprimano apprezzamento e addirittura rivendichino un ulteriore peggioramento di queste condizioni di sfruttamento quando dispongono oggi di tantissimi altri strumenti di agevolazione. Così come meravigliano le dichiarazioni dell’assessore che, non solo adotta misure che rispondono agli interessi delle sole imprese, ma cita persino a sproposito la Cgil piuttosto che accoglierne i suggerimenti.

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