Chi è il neo Presidente del Consiglio Mario Draghi

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Oggi è il giorno di Mario Draghi, l’uomo che ha salvato l’euro e che ha il compito di fare la stessa cosa con l’Italia.

Si conclude con il voto di fiducia di stasera al Senato, l’iter avviato una diecina di giorni fa per la formazione del nuovo Governo a guida Draghi, fortemente voluto dal Presidente della Repubblica Mattarella.

Un governo con 23 ministri (15 politici, 8 tecnici) e solo 8 donne, con tutti dentro quanto a gradimento dei partiti – escluso Fratelli d’Italia e qualche dissidente di Leu che voteranno contro – che ci si augura, possa durare per il bene del Paese fino alla fine della legislatura.

Ci sono tante cose da fare, l’agenda è ricca di impegni (gestione del Recovery Fund su tutte), ma la più importante ed impellente è riuscire a sconfiggere questa pandemia.

L’uomo del giorno, è proprio il Presidente del Consiglio, autore di 50 minuti di discorso programmatico al Senato della Repubblica stamani; persona schiva, silenziosa, austera, fuori dagli schemi, uno che non usa i social, che non ha nè twitter, nè whatsapp.

Poco avvezzo ai riti di palazzo ed ai rigidi protocolli, l’altro giorno nel cortile di Palazzo Chigi si è dimenticato di rendere onore alla bandiera, oggi al Senato ha chiesto – a microfono aperto – che lo avvertissero quando si sarebbe potuto sedere, dopo il tributo di applausi dell’aula.

Ma chi è dunque Mario Draghi: Draghi è un economista, un banchiere, ex presidente di Bce e Bankitalia, è stato Dg del Tesoro e vicepresidente per l’Europa della banca d’affari Goldman Sachs.

Persona di altissimo profilo professionale e prestigio mondiale, è passato alla storia europea per aver salvato la moneta unica attraverso tre semplici parole, “whatever it takes” (”tutto ciò che serve”).

Il neo Presidente del Consiglio, nato nel 1947 a Roma da una famiglia medio-borghese, rimase orfano di entrambi i genitori all’età di 15 anni.

Nel 1970, dopo la laurea in Economia all’Università La Sapienza di Roma, partì per gli States, trasferendosi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove ottenne – nel 1977 – un dottorato con la supervisione di due premi Nobel, Franco Modigliani e Robert Solow. Venne poi l’esperienza accademica e di insegnamento in alcune università italiane, tra cui Trento, Padova, Venezia e Firenze.

Dagli anni ottanta in poi, collaborò con le più importanti ‘teste economiche’ dell’epoca: il ministro del Tesoro Giovanni Goria (poi Presidente del Consiglio), il governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi (poi Presidente della Repubblica). Nel 2005 fu nominato governatore della Banca d’Italia, subentrando al governatore uscente Fazio, che lasciava la Banca Centrale in grave crisi, perché coinvolto in un grosso scandalo finanziario.

Alla Banca Centrale Europea, Draghi salvò l’Europa e l’Euro fronteggiando la gravissima emergenza finanziaria cominciata nel 2008 negli Stati Uniti con il fallimento della banca Lehman Brothers, che aveva innescato una pesante recessione nell’Unione Europea, che sfociò poi nel 2010 nella c.d. crisi del debito sovrano.

In quegli anni, il debito di alcuni Paesi membri come Grecia, Spagna, Portogallo ed Italia era salito così a dismisura tanto da far temere il loro fallimento: un default a catena avrebbe travolto per conseguenza tutta l’area Euro che si sarebbe potuta disgregare.

Siamo all’oggi, con il Presidente Draghi a capo del nuovo Governo definito di ‘alto profilo’: la speranza è che siano di alto profilo anche i risultati che questo esecutivo, dalla colorazione politica variegata, saprà produrre da qui a fine legislatura.

“Abbiamo – ha detto il Presidente Draghi stamani al Senato – la responsabilità di ricostruire il Paese; il primo pensiero che vorrei condividere – ha poi soggiunto – riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati, tutti io per primo”.

Il voto di fiducia è atteso per questa sera dopo le ore 20:00.

Alberto Porcu Zanda

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