Continuità territoriale, sanità, scuola e formazione, i temi affrontati dal presidente Solinas in Consiglio regionale

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Cagliari. Il Presidente  della Regione Sardegna, Christian Solinas ha iniziato ieri mattina il suo intervento in Consiglio regionale: “Voglio ringraziare tutta l’Aula perché ho  seguito con estrema attenzione tutte le riflessioni e gli spunti che sono emersi da questo dibattito, anche le provocazioni che accolgo assolutamente con spirito costruttivo perché, come ho avuto modo di scrivere, la sfida che proponevo all’Aula era quella di un confronto su un’idea complessiva e non settoriale della Sardegna. Abbiamo voluto proporre principalmente una questione di metodo nell’affrontare le questioni e le questioni di metodo implicano un approccio al problema e una soluzione che va non solo individuata in quella che è la riflessione della maggioranza ma offerta al contributo di tutta l’Aula perché sia oggetto di una valutazione complessiva”.

In materia di sanità: “Non si può continuare a raccontare un mondo che non c’è, se fuori da quest’Aula i cittadini sardi hanno una percezione così negativa del sistema sanitario è bene che la politica si interroghi sul perché. Non può continuare a sgranellare numeri e cifre perché si accede ad una narrazione che non rappresenta la verità che sta fuori da quest’Aula, ne tantomeno la percezione che il popolo sardo ha del sistema sanitario”.

Sui giovani: “I giovani oggi sono figli di una cultura dell’immagine e hanno un rapporto stretto con le nuove tecnologie, soprattutto con riferimento alla comunicazione. Questa situazione però insieme alle grandi potenzialità pone anche alcuni problemi: i grandi network non sono soltanto dispositivi d’informazione di fatto sono operatori di formazione; le agenzie educativi tradizionali come la famiglia, la scuola, la chiesa hanno perso gran parte del loro potere formativo sostituite dai grandi network, se non che essi non hanno intendimenti pedagogici seguono invece logiche di profitto e i giovani sono esposti a stimoli e suggestioni a cui è difficile rispondere con coscienza critica. Sono questioni di rilevanza mondiale ma noi ci interroghiamo sulla situazione sarda , sull’approfondimento dei problemi per tenare di dare alcune risposte.

E’ del tutto evidente che la questione investe la famiglia, la scuola, la società sorge così una prima domanda: quale formazione hanno i ragazzi sardi che escono dalle nostre scuole? Sono competitivi nel raffronto con i coetanei di altre nazioni? Le condizioni della scuola in generale sono problematiche ma la condizione della scuola sarda è drammatica: il segno più evidente è la dispersione scolastica ma riguarda anche infrastrutture, qualità dei servizi, dotazione di nuove tecnologie, ma anche consentitemi un nuovo modo di fare scuola. E’ di primaria importanza coinvolgere gli insegnanti che sono i veri artefici di un possibile cambiamento della scuola sarda, sostenerli nel loro ruolo informativo e formativo anche per fare i conti con la pressione invadente delle nuove tecnologie che tolgono alla scuola il compito primario della formazione culturale educativa. E’ una questione che investe anche il rapporto tra programmazione didattica ed educazione digitale con l’esigenza di nuove forme di apprendimento, nuovi parametri d’insegnamento, di valutazione e di comunicazione. Per i sardi si pone anche il problema di una ridefinizione dei programmi ministeriali che non danno alcun rilievo alla storia sarda, alla lingua, all’antropologia, all’arte, alla musica e al teatro sardo.
E’ necessaria la riorganizzazione dell’intero sistema formativo capace di far fronte alla domanda intercettata quotidianamente ma che viene in gran parte dispersa e non assorbita dagli enti di formazione. Progetto che chiama in causa il potenziamento dei Centri per l’impiego che devono instaurare una più stretta collaborazione con gli enti di formazione professionale.

La nostra preoccupazione è di dare risposte almeno in parte a questi problemi e su questo tema chiamo tutto il Consiglio regionale, tutte le forze politiche perché è una scommessa di sistema che non può e non deve riguardare soltanto la maggioranza ma tutta la classe dirigente di quest’Isola”.

Ancora sulla squadra di Governo: “Vado orgoglioso della Giunta che ho proposto a questo Consiglio. Il talento della politica e il talento della tecnica è bene che riprendano ciascuno il proprio ruolo, il talento della politica è quello di avere la capacità di percepire le domande vecchie e nuove che emergono dalla società sarda e di avere la visione per dare risposte concrete a queste domande. I percorsi amministrativi per dare attuazione a questa visione sono compito del talento della tecnica. Questa Giunta vuole rappresentare il tentativo di riconciliare politica e società, di rimettere al loro posto il talento della tecnica e il talento della politica.”

“Vi chiedo e chiamo il Consiglio regionale a una saldatura di sistema – ha concluso il presidente Solinas – perché i temi che ci attendono non sono del tutto facili sono convinto però che con il lavoro con l’abnegazione con impegno con la partecipazione di tutti riusciremo a dare una prospettiva e una speranza a quest’isola. Grazie, Fortza Paris.”

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