Coronavirus – Aerei a terra, va in crisi il comparto trasporti

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La pandemia da Coronavirus, oltre che un emergenza sanitaria apre anche uno scenario a tinte fosche, dai risvolti devastanti per l’economia. Il mondo globale che ha nei traffici aerei la sua massima espressione, ha subito un arresto: ormai nessuno vola più, se non per lavoro o necessità.

I movimenti in tutto il globo hanno subìto terribili contraccolpi con il taglio graduale dei voli nel tentativo di arginare il contagio, fino allo stop quasi totale, con il risultato che sia le compagni europee che quelle dell’altro emisfero, hanno messo a terra praticamente per intero le loro flotte.

Il rischio oggi, per le aziende del trasporto aereo, è quello della bancarotta per non riuscire a coprire i costi del mantenimento dei velivoli, del personale viaggiante e di terra.

Storici aerei come i Boeing 747 – i famosi Jumbo – eccellenti mega-velivoli adatti per la loro capienza alle tratte del lungo raggio, sono stati a causa di questa inaspettata contingenza pandemica, messi con anticipo e definitivamente a riposo dopo 50 anni di onorato servizio, visti i costi elevatissimi per il loro mantenimento in linea volo.

Stessa cosa sta accadendo per i grossi Airbus A380 di varie compagnie mondiali che rischiano ugualmente la messa a terra forse definitiva per eccessivi oneri di gestione.

Grandi gruppi come British Airways, Iberia, Aer Lingus, Air France, Klm, Lufthansa solo per rimanere in campo europeo, hanno ancora pochi giorni di autonomia finanziaria e patiscono la situazione di fermo-voli rischiando di non risollevarsi.

Le compagnie low-coast non stanno meglio: EasyJet, è notizia recentissima, ha deciso di fermare tutti gli aerei della propria flotta a seguito delle restrizioni di viaggio senza precedenti imposte dai Governi in risposta alla pandemia da Coronavirus.

EasyJet continuerà a lavorare con gli enti governativi per effettuare voli di rimpatrio per cittadini fuori Stato di appartenenza, qualora le venga richiesto.

Vista la situazione – conclude la nota della compagnia – non è neanche possibile ipotizzare e quindi stabilire con certezza una data di ripresa dei voli commerciali.

Anche la gran parte della flotta Ryanair è ormai a terra; la compagnia irlandese continua comunque a lavorare con i Governi dell’UE attraverso i voli di rimpatrio per riportare i passeggeri bloccati all’estero nel loro paese d’origine.

Stesso dicasi per la azienda aerea ungherese Wizz Air, che ha fermato tutti i collegamenti con conseguente cancellazione dei voli (per adesso) fino al 3 aprile.

Alberto Porcu Zanda

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