Coronavirus. La Russia protegge l’Italia dall’egoismo dell’Europa

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Mai avremmo immaginato che agli operatori sanitari e alla popolazione venisse a mancare il presidio di tutela numero uno: la mascherina.

Mentre i “nemici” russi arrivano con 9 aerei carichi di macchinari speciali per la ventilazioni, veicoli per la disinfezione e altro materiale medico e un equipe di medici specializzati in virologia, i nostri “amici” europei fanno a gara per affossare definitivamente l’Italia.

A Praga bloccati presidi medici regalati dalla Cina. A Varsavia fermate alla dogana le mascherine comprate dalla Regione Lazio. La conferma arriva dal ministro dell’Interno della Repubblica Ceca, Jan Hamacek: a Lovosice ben 680mila mascherine e 28mila respiratori sono bloccati in un deposito. Strumenti medici essenziali, fondamentali nella lotta al Coronavirus. In parte donati dalla Croce Rossa cinese al Belpaese, ma mai arrivati a causa del blocco ceco.

“I doganieri hanno sequestrato centinaia di migliaia di mascherine. Purtroppo successivamente è venuto alla luce che una parte era un dono cinese all’Italia”, ha scritto su twitter Hamacek, affermando che Roma sarà risarcita e non perderà nulla. Intanto, però, sia i respiratori che le mascherine in Italia stanno diventando sempre più difficili da reperire. E i medici in prima linea contro il Covid-19 rischiano di rimanere senza protezioni.

Non è il primo caso di materiali sanitari diretti in Italia che vengono fermati oltre confine. La prima a bloccare le mascherine è stata la Germania, la società 3M con una missiva ha informato alle clienti italiane di non poter soddisfare la loro richiesta di mascherine e simili a causa di restrizioni alle esportazioni imposte dal governo tedesco. Per non parlare poi della Turchia, come rivela il corriere che denuncia che almeno due grossi gruppi italiani che riforniscono i nostri ospedali hanno acquistato e pagato centinaia di migliaia di mascherine, ma il governo turco, dal 5 Marzo, le tiene bloccate alla dogana dell’aeroporto di Ankara. Una storia iniziata a fine febbraio quando la Comitec (gruppo Klinikom) riceve dalla Regione Emilia Romagna una richiesta di fornitura urgente di mascherine Fpp2 e Fpp3, con e senza valvola. Il product manager della Comitec si presenta alla Ege Maske, l’azienda turca che sforna ogni giorno 1 milione di pezzi. Verificato lo standard e qualità ne acquista subito 200.000, le paga sull’unghia 670.000 euro, e ne ordina altre 300.000 a settimana fino al 30 Aprile, con l’opzione di continuare fino a quando ci sarà necessità. Che dire? Speriamo che servano a loro.

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