Corte Costituzionale. In casi come quello di Dj Fabo, l’aiuto al suicidio è lecito

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La Consulta si è espressa poche ore fa, sullo spinoso tema del suicidio assistito reso conosciuto all’opinione pubblica, dalla vicenda di Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, il quarantenne è rimasto tetraplegico dopo un incidente; Dj Fabo scelse volontariamente di morire in un clinica svizzera e fu accompagnato da Marco Cappato che l’aiutò in questo suo intento; l’attivista per i diritti civili, poi si autodenunciò con lo scopo di provocare un intervento del legislatore sul delicato tema.

La Corte Costituzionale, questa sera ha asserito che l’art. 580 c.p. (che punisce l’aiuto e l’istigazione al suicidio con pena detentiva fino a 12 anni) è compatibile con la Costituzione; in altri termini la Corte si è espressa nel senso della non punibilità nei confronti del soggetto che agevoli l’esecuzione del proposito di suicidio, purchè questo sia autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

La Consulta ha previsto ‘specifiche condizioni e modalità procedimentali’, perchè l’aiuto al suicidio rientri nelle ipotesi non punibili e ciò ‘per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018’. Solo se queste condizioni sono rispettate – ha sottolineato la Consulta – si può aiutare a morire: nel caso di Dj Fabo queste condizioni erano presenti e quindi l’aiuto al suicidio è stato lecito.

La Corte stessa ha anche sottolineato come necessario ed indispensabile un intervento del Parlemento affinchè legiferi sul tema del fine vita.

Le reazioni non si sono fatte attendere: esultano le associazioni attive sui temi del fine vita; Marco Cappato tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, scrive: “La Consulta ha deciso: chi è nelle condizioni di Dj Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo; è una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte”.

Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, dopo la sentenza della Consulta che apre al suicidio assistito: “Prevedo che ci sarà una forte resistenza da parte del mondo medico; quello che chiediamo ora al Legislatore è che chi dovesse essere chiamato ad avviare formalmente la procedura del suicidio assistito, essendone responsabile, sia un pubblico ufficiale rappresentante dello Stato e non un medico”.

Di diverso avviso il vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Giuseppe Battimelli, il quale annuncia la risposta dei camici bianchi iscritti all’associazione ad un’eventuale legge sulla materia: “Almeno 4mila medici cattolici sono pronti a fare obiezione di coscienza nel caso in cui, a seguito della pronuncia della Consulta, il Parlamento italiano legiferasse a favore del suicidio medicalmente assistito; la grande maggioranza dei medici italiani – afferma Battimelli – è sulla nostra posizione”.

Alberto Porcu Zanda

 

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