Cpci Sardegna. Trasporti studenti: nessuno resti a terra!

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Il coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e d’Istituto della Regione Sardegna, esprime ancora una volta il proprio disappunto sulla questione trasporti degli studenti:

– Sono passati 7 mesi da quando la pandemia ha chiuso le scuole e l’Italia intera.

Sono passati 3 mesi da quando il Governo e le Regioni hanno assicurato che “stiamo lavorando affinchè tutte le ragazze e i ragazzi possano riprendere l’attività scolastica in piena sicurezza”

Sono passate 4 settimane dalla riapertura delle scuole.

Sono passate 3 settimane da quando questo Coordinamento, con la prima nota “Nessuno resti a terra” ha rappresentato le lacune del sistema dei trasporti.

Sono passati pochi giorni dalla civile e democratica forma di protesta di molti studenti e studentesse pendolari, che hanno deciso di non utilizzare i mezzi di trasporto per sottolineare la carenza attuale e ribadire con forza il diritto a godere della “scuola in presenza”.

Sono passate poche ore dalla nota della dirigenza ARST che ribadisce “… l’ARST è, ed è sempre stata disponibile ad esaminare le criticità eventualmente rilevate e le possibili soluzioni…” ma, contemporaneamente, afferma che “…anche da monitoraggi diretti e da remoto, non si sono rilevate criticità…”, con l’evidente incapacità di “vedere il problema” o, ancor più grave “negare che il problema esista”.

Questo Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Circolo e di Istituto della Regione Sardegna, già dal 26 settembre 2020 ha messo in risalto le criticità del settore, ma il nostro appello è rimasto inascoltato.

La situazione era prevedibile, visto che da parecchi mesi si discute  di questo argomento,  ma il lassismo ha prevalso sulla necessità di operare.

I trasporti, soprattutto in questa terra che vive di “pendolarismo” sono una delle criticità che l’Amministrazione Regionale DOVEVA risolvere PRIMA che si arrivasse a questo punto;  in un periodo in cui i Presidenti di Regione , per  contenere il contagio del virus SARS CoV-2 , pensano che una soluzione sia quella di chiusura delle scuole, per via del flusso di studenti che usano i mezzi di trasporto, vorremmo la certezza che i protocolli di sicurezza attivati all’interno dell’ambito scolastico non venissero vanificati nel percorso che gli studenti fanno per arrivarci.

Pertanto chiediamo a gran voce che il Presidente della Regione Sardegna PRETENDA dal governo le risorse necessarie a sanare la situazione, e l’Assessore ai Trasporti  disponga che si ORGANIZZINO al meglio i trasporti regionali attraverso la ridefinizione di orari, mezzi e corse dedicate allo scopo, adeguandoli alle nuove disposizioni emanate con il DPCM odierno riguardante gli orari di ingresso e uscita degli studenti,  non escludendo, da parte sua, convenzioni con società e/o  ditte individuali private locali per il trasporto scolastico.  

L’ARST , di concerto,  cerchi di essere più attenta e soprattutto meno “burocraticamente servile”, utilizzando le risorse umane disponibili per analizzare seriamente e obiettivamente le problematiche, denunciate da tutte le parte, da tutti i settori, da tutti gli utilizzatori, ma che risultano invisibili unicamente agli occhi di codesta Azienda.

La scuola, pilastro fondamentale di uno stato democratico, dove con la socializzazione, l’integrazione, la solidarietà si formano i cittadini del domani, deve funzionare in presenza;  non permettere agli studenti di parteciparvi significa incatenare il futuro.

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