
“La Bella addormentata” dal 15 gennaio 1890, giorno del debutto assoluto al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, continua a stuzzicare l’appetito artistico di tanti coreografi desiderosi ciascuno di farla propria.
“Ai tempi di Petipa ai ballerini uomini era richiesto principalmente di sostenere le ballerine, piuttosto che danzare da soli. Nella nostra versione, ho aggiunto più coreografie per i danzatori, ho dato un ruolo danzante al Maestro di Cerimonie e affidato il ruolo di Carabosse, originariamente interpretato da un uomo en traversti a una donna”. Cosi Aivars Leimans, coreografo del Balletto dell’Opera Nazionale di Riga, parla della sua versione in scena da ieri fino a domenica 18 maggio al Teatro Lirico.
Il balletto tratto dal libretto voluto dal principe Ivan Vsevolozski con le musiche di Čajkovskij e affidato alle coreografie di Marius Petipa, nella versione del corpo di ballo lettone nella prima cagliaritana conquista il pubblico per eleganza, stile ed equilibrio. Grosso merito va anche all’Orchestra del Lirico guidata dal maestro Mārtiņš Ozoliņš.
In questa versione, ogni danzatore è messo nelle condizioni di di poter mostrare le proprie qualità a prescindere dal ruolo. Che sia la principessa Aurora ( ieri la bravissima Sabīne Strokša),ll Principe Desire (Philipe Fedulov), La Fata Malvagia Carabosse ( Annija Kopštāle), La Fata dei Lilla ( Alise Prudane – Spridzane) o una delle Fate, non è difficile apprezzare le qualità di ogni singolo componente. Grazie a ciascuno di essi, singolarmente o con scene corale, si esprime l’amore, si racconta la vita e si celebra il matrimonio. Si omaggia il bene e si fa i conti col male.
Con i tre atti del balletto, va in scena la vicenda della principessa Aurora e della maledizione a lei riservata dalla Fata Carabosse esclusa dall’invito nel palazzo di Re Florestan. Condannata ad un sonno centenario al compimento del sedicesimo anno, la ragazza si sveglia grazie al bacio del Principe Desirè e convolando a nozze con lui.
E’ un lieto fine fiabesco e al ricevimento festoso e allegro compaiono la Principessa Florina e l’Uccello Azzurro, Il Gatto con gli stivali e la Gatta Bianca, Cappuccetto Rosso e il Lupo Grigio, Cenerentola e il Principe Azzurro, Barbablù e la sua consorte.
Nel salone delle feste, tutti gli ospiti portano gli omaggi ai sovrani con una formula che è pure un ringraziamento al caloroso pubblico del Lirico. Un gesto, poi ricambiato quando gli applausi sommergono tutti i protagonisti prima che il sipario cali per l’ultima volta.







foto Teatro Lirico

Giornalista