
Il tribunale di Cagliari ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati della governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, destinataria di un’ordinanza ingiunzione di decadenza emanata dal Collegio regionale di garanzia elettorale che prevedeva, tra l’altro, anche una sanzione da 40 mila euro per presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali. Una volta respinto il ricorso la palla sulla decadenza passa al Consiglio regionale.
Il collegio regionale di garanzia aveva contestato alla governatrice irregolarità nella rendicontazione delle spese della campagna per il voto del febbraio 2024. L’ordinanza ingiunzione di decadenza, dopo essere stata notificata alla presidente della Regione era stata trasmessa al Consiglio regionale che, però, aveva rinviato ogni decisione in attesa di un pronunciamento definitivo. A seguire, l’impugnazione dell’atto. Il ricorso al Tribunale civile con la prima udienza lo scorso marzo. Il 22 maggio l’udienza conclusiva e il pronunciamento della sentenza che dichiara inammissibili gli altri interventi e «rigetta il ricorso di Alessandra Todde avverso l’ordinanza-ingiunzione del Collegio».
Resta da capire cosa succederà adesso al Consiglio regionale una volta che arriverà il dispositivo. In ogni caso è già scoppiata la battaglia politica con il centrodestra che va all’attacco. «La sentenza conferma quello che abbiamo sempre sostenuto: una legislatura già morta dal punto di vista politico, oggi è morta anche dal punto di vista giuridico – commenta Paolo Truzzu, capogruppo Fdi in Consiglio regionale e sconfitto nel 2024 da Alessandra Todde -. La cosa non ci fa piacere, perché pensiamo che la politica debba avere sempre il primato, e che non si debbano aspettare le scelte dei giudici. Ma ora va ridata parola agli elettori».
A stretto giro è arrivata la replica della presidente della Regione Alessandra Todde: «A differenza di chi sceglie lo scontro con la magistratura, noi rispettiamo il ruolo dei giudici e le loro decisioni, anche quando non le condividiamo, come in questo caso – fa sapere con una nota-. Proprio perché crediamo nello Stato di diritto, che prevede tre gradi di giudizio, abbiamo il diritto e dovere di difenderci nel processo, non dal processo. Quindi andiamo avanti: impugniamo la sentenza, perché le violazioni contestate non sussistono, come pure rilevato dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica di Cagliari». La governatrice poi aggiunge: «In primo luogo, il Tribunale dice che il Collegio di garanzia era incompetente a esprimersi sulla decadenza. Quindi avevamo ragione.
Tuttavia, la sentenza presenta diversi punti discutibili e controversi, che i nostri legali stanno puntualmente valutando, ma fin da ora si possono rilevare come siano incongruenti alcuni passaggi». Poi un ultimo passaggio:
«Questa è una battaglia che si combatte nei tribunali. E lì la combatteremo. Sono nel pieno delle mie funzioni, e intendo onorarle fino in fondo». (ilsole24ore)
