Dopo il 4 marzo l’Italia diventerà il Paese dei balocchi

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Contrariamente ai timori di molti italiani, chiunque vinca le elezioni del 4 marzo farà sì che l’Italia diventi il Paese del benessere. Intanto è

tranquillizzante sapere che non ci saranno più poveri.

Se vincesse, infatti, il centro sinistra sarà istituito il “reddito di inclusione” mentre se vincessero i 5 Stelle si distribuirà un “reddito di cittadinanza”. Qualora, invece, prevalesse il centro destra avremo tutti un “reddito di dignità”.

Nella pur improbabile ipotesi che la maggioranza andasse all’estrema sinistra, nessun cittadino sarà senza un “reddito minimo garantito”. Non si può certo garantire (almeno per ora) la felicità generale, ma gli avveduti politici destinati a diventare il nostro futuro governo hanno proprio pensato a tutto ciò che era possibile pensare.

L’ingiusta legge Fornero, creata con l’assurda pretesa di migliorare i conti dell’INPS, sarà abolita o comunque modificata, le tasse saranno abbassate e non dovranno superare il 23%, l’Euro sarà abolito (o comunque ridimensionato-anche se non è ancora stato ben chiarito cosa ciò significhi).

L’Unione Europea continuerà ad esistere ma sarà chiamata Stati Uniti d’Europa e trasformata “a misura dei cittadini”. Forse per farlo occorrerà mandare al diavolo l’incomprensibile vincolo del 3% oppure basterà chiedere a Schauble di diventare il nostro Ministro delle Finanze. A secondo di chi vincerà, saranno aboliti il bollo auto, il canone RAI o le tasse universitarie. Probabilmente sarà eliminata l’IRAP e noi speriamo che si faccia la stessa cosa con TARI e TASI.

Anche il job’s act sarà modificato perché’ ha creato soltanto un milione di posti di lavoro e per di piu’ precari. Il nuovo Ministro del Lavoro lo sostituirà’ con qualcosa d’altro che verrà però precisato in seguito. Se sarà necessario azzerare i contributi c’è già chi si propone per farlo.

La crisi economica sarà sconfitta con nuovi investimenti pubblici per 100 miliardi e ciò garantirà ai novelli Keynesiani un successo senza discussione.

Tuttavia i partiti non si occupano solo di economia e qualcuno di loro ci garantisce che non ci saranno piu’ sbarchi di clandestini Purtroppo si dovrà provvedere a remunerare in altro modo tutte quelle ONG e i padroni dei complessi ricettivi che sull’arrivo di tutti questi migranti hanno sbarcato il lunario fino ad ora.

Tutti sappiamo che tra i gravi problemi che attanagliano la nostra vita quotidiana c’è l’enorme numero di leggi e finalmente se ne bruceranno 400. Non è importante annunciare in anticipo quali saranno: basterà una legge delega che stabilisca, per esempio, di cominciare con quelle approvate nel corso degli anni nei mesi di marzo, aprile e maggio. Ciò che conta è la sostanza e che siano 400 e non una di meno. Per le altre si vedrà in seguito.

Apparentemente, e qui forse è la vera pecca, nessuna delle coalizioni sembra avere annunciato programmi in politica estera (fatta salva la questione riguardante gli Stati Uniti d’Europa). Probabilmente, lo si è fatto apposta per lasciare ai singoli candidati il compito di annunciare i programmi su questo argomento. C’è solo da sperare che gli altri Paesi sappiano umilmente accettare le nostre soluzioni sicure per risolvere il problema del conflitto tra Israele e Palestinesi e ci lascino fare in quel che concerne il rischio nucleare in Corea del Nord.

Per quest’ultimo aspetto ci auguriamo che venga ripescato, visto che Forza Italia non lo ancora chiamato per confermare la sua candidatura, il valido senatore Razzi che, con spirito di sacrificio, si era già proposto di risolvere quel problema tramite i rapporti più che amichevoli che intrattiene con Kim Song Un. Non tutti sanno che entrambi hanno vissuto in Svizzera alcuni anni della loro vita: l’uno, Razzi, come lavoratore immigrato, l’altro, il Kim, come studente in un collegio. Può anche darsi che, all’epoca, non si fossero mai incontrati ma, avendo respirato la stessa aria di montagna, hanno di certo qualcosa in comune e sapranno intendersi.

Alle idee dei singoli candidati sarà demandato anche il conflitto che divide Arabia Saudita, Israele e Stati Uniti dall’Iran. L’Italia è particolarmente ben messa per dialogare con l’Iran e la dimostrazione sta nei colori delle due bandiere che, pur con qualche differenza geometrica (una verticale e l‘altra orizzontale con l’aggiunta di qualche geroglifico) usano il bianco, il rosso e il verde.

Infine, chiunque dovesse sedere sullo scranno di Presidente del Consiglio, riunirà attorno allo stesso tavolo i Presidenti russo e americano e si porrà finalmente fine a quello che sembra essere una antipatica rinascita di guerra fredda. D’altronde, se ci riuscì perfino Berlusconi non si capisce perché’ non dovrebbe riuscirci chiunque altro al suo posto.

Non c’è, dunque, nulla di cui preoccuparsi e potremo andare tutti a votare con serenità e fiducia, qualunque sia la scelta che faremo nel segreto dell’urna.

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