E’ morto Flavio Bucci, indimenticato interprete di ‘Ligabue’

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Lutto nel mondo dello spettacolo, per la scomparsa di Flavio Bucci; l’attore – che aveva 72 anni, nato a Torino nel 1947 da una famiglia molisano pugliese – è morto solo, pur avendo due ex mogli, tre figli e la mamma ancora in vita, dopo aver trascorso gli ultimi anni in difficoltà economiche, ospite di una casa famiglia sul litorale di Fiumicino.

Cresciuto nella Torino del dopoguerra – dopo essersi formato al Teatro Stabile – divenne un valente attore ed arrivò al cinema per una chiamata del grande Elio Petri.

Nel corso degli anni, Flavio Bucci ha vissuto appieno l’epoca d’oro del cinema italiano, partecipando a tanti film che hanno segnato la storia cinematografica italiana.

Fu doppiatore e produttore e lavorò con nomi quali Monicelli, Argento, Salvatores, Virzì e Sorrentino.

La fama con il grande pubblico la raggiunse però nel 1977, non con il grande schermo ma grazie al successo nello storico sceneggiato Rai ‘Ligabue’ diretto da Salvatore Nocita, dove interpretò magistralmente il pittore naif Antonio Ligabu.

Il film raccontava la storia tormentata e visionaria del pittore naif Antonio Ligabue (1899-1965), che visse un’esistenza dolorosa segnata da solitudine e disagio psichico, prima di essere scoperto, valorizzato e celebrato in sede postuma. 

Bucci è morto povero, per aver speso tutto in alcol e droghe, godendosi la vita senza mai fare mistero dei suoi vizi; al Corriere della Sera disse, qualche anno fa: “Ho speso tutto in alcol e droga, ma ho vissuto e amato: non mi pento. La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi”.

“Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù”.

Bucci ironizzava anche sulle troppe sigarette fumate: “Mi fanno male? Bah, c’è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima, quale sarà; mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi – aveva aggiunto nel corso della stessa intervista – Lasci perdere discorsi di morale, che non ho. E poi cos’è che fa bene? Lavorare dalla mattina alla sera per arricchire qualcuno? Non sono stato un buon padre, lo so. Ma la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco ?”.

Alberto Porcu Zanda

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