Infrastrutture, lavoro e sviluppo. Sono questi i nodi cruciali scelti da Feneal, Filca e Fillea per la manifestazione unitaria in programma in cento città italiane il prossimo 15 novembre per chiedere il rilancio dell’edilizia.
Cagliari è una di queste e il presidio previsto sotto l’assessorato ai Lavori pubblici in viale Trento dalle 10, sarà preceduto da una iniziativa di protesta in programma domani alle 7 e 30, quando verrà sul cavalcavia della 195 sarà affisso lo striscione “Cantiere diga Monti Nieddu: facciamolo ripartire”, quest’ultimo scelto come simbolo.
“Domani saremo sulla 195 e dopodomani sotto l’assessorato guidato da Frongia – hanno detto i segretari regionali Fillea Erika Collu, Filca Giovanni Matta e Feneal Marco Foddai – perché alcune delle proposte contenute nella piattaforma nazionale possono essere vagliate anche dalla Regione, alla quale abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere azioni mirate a sostegno di un settore traino per tutta l’economia. In particolare, le categorie chiedono un tavolo permanente con tutti i soggetti coinvolti per monitore le opere in corso d’opera ma anche per vagliare le ulteriori infrastrutture necessarie.”
Per i sindacati non è ancora tutto: “Chiediamo la costituzione di una task force in capo all’assessorato per velocizzare le procedure e dare sostegno concreto nelle fasi di progettazione anche agli enti locali che spesso, in assenza di risorse umane, non sono in grado di presentare progetti e portarli avanti”.
Di fronte a una riduzione di 30 mila occupati in meno dal 2008, “non è più accettabile che ci siano opere indispensabili come le dighe (Monti Nieddu e Cumbidanovu) ferme da venti o trent’anni e che quando a causa di inadempienze delle imprese vengono rescissi i contratti di appalto non si riesca in tempi stretti a riaffidare i lavori ad altre imprese”.
E nella lista dei cantieri bloccati, sono presenti anche il lotto 4 della Sassari Olbia, il primo lotto della 125 da Tortolì a Barisardo e ancora, tratti di entrambe le arterie i cui lavori vanno inspiegabilmente a rilento.
A tutto questo si sommano le risorse disponibili ma che non vengono spese come la sistemazione delle reti Abbanoa, le potenzialità inespresse delle opere di Area sull’edilizia popolare. due soggetti, a detta dei sindacati, da convocare dall’assessore per monitorarne l’operato.
Al tavolo chiesto alla Regione spetterebbe anche un ruolo di vigilanza sull’applicazione dei contratti perché sono frequenti fenomeni di damping contrattuale da cui, oltre alla violazione dei diritti dei lavoratori edili, discende una scarsa osservanza delle norme di sicurezza.