Piero Comandini, esponente del Partito Democratico in Consiglio Regionale, primo firmatario, insieme ai consiglieri del gruppo del Partito Democratico, dei Progressisti e dei pentastellati, di una mozione urgente sulla politica aziendale intrapresa da ENI, che vede la cessione del ramo d’azienda ad un privato, strategia questa che non garantisce certezze di alcun genere.
“Nel corso degli anni abbiamo assistito – denuncia l’esponente DEM – a drastiche riduzioni degli organici e tagli di asset importanti, nelle more di consentire all’azienda il processo di riconversione e sviluppo del sito di Assemini, mai completato, dietro accordi e promesse, sempre disattesi, circa uno sperato rilancio, con investimenti su nuovi progetti e cospicui finanziamenti sostitutivi
Ora, la decisione da parte di ENI di cedere il ramo d’azienda avrebbe una ricaduta economica negativa senza pari, anche perché la cessione non è in grado di garantire certezze occupazionali, il rischio è che di promesse e impegni fatti in questi anni, rimanga in Sardegna, dopo che ha per anni contribuito pesantemente anche in termini ambientali alla crescita dell’azienda, un danno economico inestimabile, e l’aggravarsi di una crisi che già segna pesantemente tutto il territorio.
Ricordiamo bene che il polo di Assemini era stato identificato da Eni, come area per lo sviluppo delle tecnologie nel campo delle energie rinnovabili, ma di queste, solo la parte del fotovoltaico convenzionale è stato portato a termine senza che abbia comunque avuto l’incremento di un solo posto di lavoro, mentre la parte innovativa, denominato CSP, che prevedeva almeno 20 nuovi posti di lavoro, è stata cancellata, e questo nonostante la RAS avesse approvato la contiguità dei due progetti e, ricordiamo ancora che la salina Conti Vecchi è l’unica salina Industriale produttiva in mano ad una società Italiana, a controllo pubblico (ENI), per cui, prosegue l’onorevole è indubbio che vi sia la possibilità di affiancare le conoscenze professionali per il sostegno agli Enti Pubblici nella gestione di siti ora non produttivi (vedi Molentargius) e valorizzando quanto già fatto da ENI con la partnership del FAI.
Comandini sollecita una risposta da parte di ENI S.p.A.,: “E’ fondamentale sapere se ENI intende confermare gli impegni sottoscritti nel 2013, oltre 65 milioni di euro destinati al sito di Assemini, con l’obiettivo di rafforzare la competitività e la strategia del comparto, o se si vuole distrarre l’opinione pubblica con la cessione di impianti produttivi al fine disimpegnare completamente ogni forma di presenza produttiva ad Assemini.“
L’esponente del PD sottolinea che il territorio ospita l’ENI S.p.A. da oltre 50 anni e, in questi anni l’azienda, ha contribuito alla crescita sociale ed economica del territorio assicurando importanti livelli occupazionali che, se in questo difficile momento di crisi economica che stiamo vivendo, gli impegni assunti dovessero essere disattesi, sarebbe un evento gravissimo per il tessuto socio-economico locali. Una soluzione per il rilancio potrebbe concretizzarsi grazie alla progetto di ENEA che, ha appunto proposto la creazione di una Hydrogen Valley Green per la Sardegna, e specifico per la provincia di Cagliari, con l’obiettivo di avere una produzione di 300 tonnellate all’anno di idrogeno verde, un’occasione, questa, che ENI non dovrebbe farsi scappare, data la sua mission potrebbe trasformare gli asset esistenti in suo possesso, dando loro nuova vita per un futuro sostenibile, e candidare il Sito di Assemini per l’attuazione di tale progetto intercettando anche i fondi Europei disponibili; così da avere, nel giro di pochi anni, un’area industriale tra le più avanzate e competitive d’Europa in linea con i progetti di riconversione verso nuovi modelli di sviluppo, garantendo il mantenimento dell’attività produttiva e alti livelli occupazionali.
In conclusione, il consigliere asserisce, con fermezza e decisione che, è necessario che l’azienda ENI S.p.A. chiarisca in quale modo intenda mantenere i propri impegni e il proprio ruolo in Sardegna e quale politica aziendale attuerà con particolare riferimento al mantenimento dell’attività produttiva e dei livelli occupazionali, e auspica che sia il Presidente dell’esecutivo che l’assessore all’industria intervengano in maniera incisiva nei confronti dell’azienda affinchè garantisca gli investimenti promessi, ricordando ai vertici dell’azienda che la reindustrializzazione è sempre possibile