Eurallumina, Filctem, Femca e Uiltec chiedono una presa di posizione del Governo

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Il nuovo decreto energia che dovrebbe garantire l’arrivo del metano continua a slittare, la Snam cavilla su aspetti tecnici e operativi delle infrastrutture da realizzare, i lavoratori e le lavoratrici riceveranno lo stipendio in ritardo: non c’è pace e non c’è certezza nella fase di ripartenza dell’Eurallumina, e anche quando tutto sembra convergere verso una soluzione imminente, nuovi ostacoli si frappongono a inceppare il percorso. 

Ostacoli che a questo punto della lunga vertenza per rilanciare la fabbrica di ossido di alluminio nel Sulcis Iglesiente, i sindacati non sono disposti ad accettare. I segretari  regionali e territoriali Francesco Garau e Emanuele Madeddu (Filctem Cgil), Marco Nappi e Vincenzo Lai (Femca Cisl), Pierluigi Loi (Uiltec Uil), chiamano in causa principalmente il governo nazionale: “È inaccettabile lo stallo in cui ci si trova, a pagare ritardi e incertezze sono le lavoratrici, i lavoratori e le loro famiglie, ostaggio di una vertenza che si protrae da anni e si somma alla generale condizione di arretratezza in una Sardegna incapace di imboccare la strada per una giusta transizione energetica, ambientale e sociale”.

Insomma, non c’è più tempo per gli annunci, le lungaggini burocratiche e le valutazioni tecniche: i sindacati chiedono al governo nazionale concretezza e decisionismoin particolare sul fronte del nuovo decreto energia. Nel corso della riunione di lunedì al Mimit è emerso che la Regione ha avanzato la proposta di revisione del vecchio decreto del 2022 condivisa da Filctem, Femca e Uiltec ma a Roma ancora tergiversano. 

Da qui l’appello: “Il governo compia tutti gli atti di sua competenza in tempi rapidi, anche sollecitando Snam a chiudere le verifiche tecniche nel più breve tempo possibile e procedendo speditamente alla riscrittura del decreto prima del 13 marzo, data prevista per l’udienza del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla giunta Solinas”. 

Per quanto riguarda la Snam, si assiste a un paradosso: “Dopo un lungo periodo in cui pressava affinchè le procedure autorizzative previste dal precedente decreto energia venissero accelerate, oggi fa sapere che ci sono ancora aspetti tecnici e operativi che devono essere valutati, con il conseguente ulteriore slittamento dei tempi per la costruzione dell’infrastruttura di arrivo del Gnl e della rete di distribuzione del metano nel Centro Sud dell’Isola, oltre che nel Nord”. 

A questa situazione già grave si aggiunge la complicata questione che riguarda le sanzioni alla Rusal e il blocco delle azioni e dei conti di Eurallumina: “Anche in questo caso – denunciano le categorie – consideriamo ostile l’atteggiamento del governo nazionale: la decisione di appellarsi al Consiglio di Stato per la sentenza del Tar favorevole all’azienda (aveva stabilito l’immediato sblocco delle azioni e lo scongelamento dei conti), ha prolungato l’estenuante condizione di incertezza e a farne le spese sono innanzitutto le lavoratrici e i lavoratori che non riceveranno lo stipendio nei termini consueti, oltre ai fornitori e alle imprese d’appalto, anche loro in difficoltà per i ritardi nei pagamenti delle fatture”. 

In questo quadro, le segreterie regionali e territoriali chiedono con forza che il governo dia un segnale netto nelle prossime settimane. “L’auspicio è che queste criticità,  sia sul fronte dell’arrivo del metano che su quello delle agibilità finanziarie, siano definitivamente superate entro la prossima riunione al Mimit convocata per il 17 marzo”. 

Da ciò dipende l’avvio di una nuova fase di rilancio del settore industriale e manifatturiero, non solo con la ripartenza dell’Eurallumina ma con la ripresa dell’intero polo industriale di Portovesme e del settore in tutta la Sardegna.

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