Faita Federcamping. Il camperista abbandona la tenda e chiede servizi più strutturati

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Il settore open air rappresentato da Faita Sardegna chiede con più forza maggiore attenzione alla politica regionale “che deve prendere atto dei grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi e incoraggiare con norme specifiche gli interventi di rinnovamento e gli investimenti nel settore”. 
Alzano nuovamente la voce gli operatori del comparto turistico che nell’Isola rappresentano in maniera crescente la vacanza che negli ultimi tempi va per la maggiore: quella all’aria aperta, distanziata, con servizi di livello e integrata a pieno nel territorio dove opera per fornire una esperienza Sardegna a 360 gradi.
Faita Sardegna, la principale organizzazione di rappresentanza del settore open air che in Sardegna raggruppa la maggior parte delle strutture, punta ancora il dito contro la legge regionale 16 del 2017, rea di non dare le risposte necessarie a un settore che nell’isola garantisce la copertura di quasi 60 mila posti letto.
“La Sardegna purtroppo viaggia vent’anni in ritardo rispetto alle altre Regioni italiane turisticamente appetibili, e i dati lo dimostrano - commenta il presidente di Faita Sardegna Napolitano -. Avremmo potuto essere la perla del Mediterraneo, e invece nel 2019 l’isola è stata la sesta regione italiana per flussi di arrivi e la settima per numero di presenze rispetto alle altre regioni italiane”.
“La politica – continua Napolitano – che deve dare risposte immediate, non solo studiando i dati relativi ai flussi turistici ma anche nel carpire i cambiamenti nelle tendenze e accompagnare le imprese nell’adeguamento dell’offerta, non si è resa conto ad esempio che è in atto un cambiamento verso un turismo open air che richiede sempre più maggiori servizi specifici".
Secondo uno studio Faita si registra infatti la tendenza ad abbandonare il concetto del campeggio con tenda spartana: ormai sono pochissimi i turisti che soggiornano con queste condizioni: si ricerca il concetto di libertà che solo i camping possono offrire, abbinati però a tutti i comfort possibili, ossia con strutture attrezzate e il massimo dei servizi nella natura. Punto di forza del settore, è la possibilità di offrire fino a 40-80 mq a persona nel verde, in ambienti sanificati e con rigidi protocolli, in conformità alle linee guida di prevenzione del Covid19, che già nella stagione passata hanno consentito ai turisti di godere del massimo comfort e della sicurezza più totale. Questi elementi evidenziano quanto il turismo en plein air, possa contribuire profondamente alla ripresa dell’intera filiera turistica, aggiungendo alle qualità da sempre caratteristiche delle imprese quali sostenibilità, integrazione con i contesti ambientali, capacità di promuovere il territorio, incentivi psicologici ed emozionali, ulteriori motivazioni utili e necessarie per accompagnare il turista alla consapevolezza di poter fruire di vacanze in serenità e sicurezza.
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