Fisco. Lo spesometro va in tilt a pochi giorni dalla scadenza

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Fisco. Come riporta il Sole24Ore, ieri il servizio web era temporaneamente sospeso per manutenzione e ahimè l’ho sperimentato di persona.

“La sospensione e la manutenzione (per cui a ieri non si disponeva di un termine di riattivazione) arrivano dopo le segnalazioni arrivate nei giorni scorsi da alcuni professionisti. Segnalazioni che hanno posto un

problema di privacy nell’accesso ai dati. Da un lato, infatti, c’è chi ha notato che, una volta inserite le credenziali Entratel, si poteva accedere digitando il codice fiscale di un contribuente a tutti dati del suo spesometro, delle sue liquidazioni Iva”, si legge sul quotidiano economico. Che poi aggiunge: “Ma non solo, perché se il codice fiscale “apparteneva” a un intermediario era possibile prendere visione anche dei dati relativi agli assistiti. Anche se, in caso di eventuale modifica, comunque scattava un alert al titolare delle informazioni. Dall’altro lato, qualche professionista aveva notato che inserendo per errore una cifra sbagliata del codice della ricevuta di invio si poteva comunque visualizzare il dettaglio dati altrui”.

Ma i problemi dello spesometro non finiscono qui. Nonostante il termine per l’invio telematico dei dati delle fatture Iva emesse e ricevute nel primo semestre 2017 sia stato prorogato al 28 settembre prossimo, la procedura presenta alcune criticità che non consentono agli intermediari abilitati alla trasmissione di rispettare l’obbligo. A farlo notare, appunto, il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro con una lettera inviata all’Agenzia delle Entrate. A rendere difficoltoso l’invio dei dati è il sistema telematico del Fisco (Entratel), che non riconosce le fatture emesse con più numerazioni e, di conseguenza, fa risultare errati i totali, creando numerose discrasie con la procedura adottata dalle principali software house. Per quanto riguarda, invece, le forniture multicliente o fornitore, che coinvolgono centinaia di soggetti, è stato fatto notare che il programma non consente né la modifica, né l’annullamento di una fattura da correggere né il rinvio della stessa collegata alla fornitura principale.

Così, per impedire che il sistema cambi il nominativo del cliente e tutte le fatture legate alla fornitura base, è necessario annullare ogni singola fattura, non essendo possibile procedere con l’annullamento totale delle forniture multicliente. Tra le criticità segnalate all’Agenzia anche l’assenza di istruzioni operative nel caso in cui i file validati con segnalazione si riferiscano a partite Iva cessate all’anagrafe tributaria al momento della trasmissione dei dati. Si è in attesa di sapere, infatti, se è necessario rinviare il file o mantenere lo stesso valido. Così come si aspetta di conoscere se, in caso di file scartato per qualche incongruenza, lo stesso vada rinviato per intero o solo per quanto riguarda la parte errata. Interrogativi che attendono risposte celeri per permettere ai contribuenti e ai consulenti del lavoro di rispettare la scadenza senza incorrere in sanzioni dovute ad irregolarità che derivano da fatti oggettivi non dipendenti dalla loro volontà. Per questo motivo il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro ha richiesto un immediato intervento risolutivo ed esplicativo mirato alla soluzione delle cause ostative alla regolare trasmissione dei dati.

Questa è solo la punta dell’iceberg l’agenzia delle entrate tutte le volte che c’è una scadenza dimostra la incapacità mettendo i bastoni tra le ruote a consulenti e cittadini che vorrebbero adempiere correttamente ed entro le scadenze agli obblighi di legge. Parliamo di software di compilazione che cambia gli ultimi giorni prima della scadenza, software di controllo che non è mai lo stesso, file telematico che necessita di aggiornamenti continui, un vero e proprio macello. Per non parlare poi del 730 precompilato dove è un miracolo trovarne uno che riporti tutti i dati esatti. Sembrano proprio trappole al solo fine di sanzionare il contribuente. Il fisco pretende dati, numeri, dichiarazioni e comunicazioni ma senza avere la capacità di immetterli nel proprio sistema. Un sistema che spesso funziona a imbuto. Tutti buttano dati nella parte larga si crea l’ingorgo nella parte stretta

Giorgio Lecis

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