Forti critiche per le pubblicita’ sui tumori

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Anna Tatangelo ha prestato la sua immagine per la campagna ,“Lilt for women“, Campagna Nastro Rosa della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), giunta alla sua XXIII edizione. Con lo slogan “Fai prevenzione: proteggilo anche tu!” la Tatangelo, fotografata in un abbraccio protettivo a seno nudo, invita tutte le donne a proteggersi dal tumore al seno. Ora che la campagna è finita, la LILT fa i conti con la marea di critiche che le sono piovute addosso sull’immagine utilizzata per la campagna Nastro Rosa, ed ha diffuso un comunicato stampa dove spiega le motivazioni per la scelta fatta affermando che:” La LILT ha chiesto alla Signora Anna Tatangelo di essere testimonial della campagna e le ha proposto di, mettersi a nudo, creando attenzione, esclusivamente, per dare forza ad un messaggio che intendeva far riflettere le donne messe davanti alle loro paure, ma che nell’abbraccio mettono la loro forza, la loro difesa contro un male che colpisce anche l’animo delle donne (e lo dimostra la loro reazione). Peraltro, non si ritiene di essere stati neanche tanto originali, dal momento che nel web tante sono le immagini di campagne simili a questa“.
Ma lo scatto realizzato per la Lilt non è stato gradito dalle blogger
 Amazzoni Furiose che hanno espresso la propria indignazione con una lettera aperta al ministro della Salute, definendo la campagna LILT “un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia”, e citano poi le tante testimonial precedenti, molte come la Tatangelo dal mondo dello spettacolo, ma ritratte «in atteggiamenti più consoni al tema».
Sorpresa la Lilt che nell’immagine criticata vedeva un gesto simbolico relativo al volersi bene, un invito al tenersi da conto tramite la prevenzione.
Profondamente colpita Anna Tatangelo, già volto di una comunicazione anti-tabacco la scorsa primavera: “
Ho sempre pensato che la promozione di una causa così importante per tutti fosse inattaccabile”. Ma si sbaglia, soprattutto quando si tocca il pianeta donna le critiche pro e contro sono certe. Si mormora che le donne che hanno criticato la campagna siano invidose, ma di cosa? Tutte noi se avessimo personal trainer, estetiste e chirurghi plastici a disposizione saremmo in splendida forma come lei, non hanno criticato la Tatangelo, ma il “luogo” estremamente inadeguato per mostrare la sua bellezza! Avrebbero preferito forse, l’immagine di donne  che hanno vinto battaglia contro il tumore al seno. Le critiche delle donne sui social alla posa ritenuta troppo sexy e il suo seno rifatto è parso offensivo per chi lo deve ricostruire dopo una mastectomia. Ma è una critica che non regge molto, perchè in un immagine ognuna vede quello che vuole vedere e non essendo, la Tatangelo l’unica con il seno rifatto, ogni donna, che abbia il seno naturale o ritoccato, rischia di ammalarsi di tumore al seno. Alle donne malate va solidarietà e comprensione ma dobbiamo essere sinceri ed ammettere che per consuetudine la campagna Nastro Rosa sceglie una testimonial famosa per lanciare un messaggio di prevenzione, proprio per ottenere la massima visibilità. Se ragioniamo un attimo, lasciando da parte antipatia, insofferenza, astio, la cantante è una donna come tutte, con le sue insicurezze e con le sue manie e pensava , riuscendoci in parte, di unire le donne per una buona causa e combattere una malattia che minaccia il simbolo della femminilità. Chi non ha pregiudizi ha senz’ altro colto perfettamente il messaggio della campagna, infatti i dati sono confortanti, da quando è partita la campagna, c’è stato un incremento importantissimo nella richiesta di visite al seno rispetto agli anni precedenti. Basterebbe già questo per dire che l’obiettivo è stato raggiunto. Morale della favola? Se gli attacchi ricevuti come testimonial del mese della prevenzione del tumore al seno promosso dalla Lilt sono serviti ad accendere i riflettori su questa iniziativa tutto va bene, perché come disse qualcuno, ” nel bene e nel male purché se ne parli”.

Perché non ci chiediamo invece come mai tutto queste critiche non ci sono state per la campagna Fiocco Rosa dove in questo mese i più importanti ospedali di Milano hanno ospitato per la Lilt una mostra fotografica itinerante #Fatelevedere,  la Lilt si è affrettata a dire che era una “provocazione buona”, ritenendo bonaria la sollecitazione di invitare le donne a caricare tramite una web app dedicata le proprie immagini, con lo slogan ben visibile all’altezza del seno. Ma per non farci mancare niente, negli stessi giorni è uscita un’altra campagna pubblicitaria dove, una giovane romana che  diffonde da mesi sui social gli scatti del proprio seno associato a un piatto cucinato,  decide di utilizzare l’idea per una buona causa, il suo slogan?, “non uso la beneficenza per le tette, ma le tette per la beneficenza”, iniziativa portata avanti su Instagram e Facebook,  che invita le donne a partecipare con una propria foto, con l’intento di dare alle stampe un ricettario fotografico, “in stile tette e cibo”, il cui devoluto andrà alla Lilt. L ‘idea ha infatti avuto il patrocinio della Lilt.
Il mese di Ottobre era dedicato alla prevenzione del 
cancro al seno, quello di novembre alla prostata. Se guardiamo le immagini delle due campagne (sempre della Lilt), una qualche differenza la troviamo o no?  Con questo non voglio dire,  che sarebbe stato meglio per la campagna contro il cancro alla prostata,  un immagine  con un culo per aria e un bel dito esploratore in primo piano. No non intendevo questo. Credeteci!

Stefania Cossu

Fonte: www.sardegnareporter.it

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