Francia, esplode la rivolta contro riforma pensioni: 234 arresti a Parigi

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Parigi brucia: è salito a 234 il numero delle persone fermate nei disordini scoppiati in seguito alla bocciatura all’Assemblea Nazionale delle mozioni di sfiducia presentate contro il governo per la riforma delle pensioni. Lo rendono noto fonti della polizia.

Il presidente francese Emmanuel Macron, anche sopravvissuto alla sfiducia, deve ancora affrontare forti pressioni sulla gestione di una controversa riforma delle pensioni.

La riforma ha “compiuto il cammino democratico” ed è già stata portata alla firma dalla presidente del Consiglio.

La scorsa settimana il primo ministro Elisabeth Borne aveva infiammato l’opposizione annunciando che il governo avrebbe imposto la controversa riforma senza un voto in Parlamento, scatenando accuse di comportamento antidemocratico. L’uso dell’articolo 49.3 della Costituzione che consente questa mossa ha anche dato all’opposizione il diritto di depositare mozioni di sfiducia al governo, e sono state presentate due richieste di questo tipo.

L’Assemblea nazionale, che ha 577 seggi, ha prima respinto una mozione presentata dalla coalizione centrista Liot – sostenuta anche dalla sinistra – con un margine di soli nove voti, molto inferiore alle aspettative. Poi ha respinto a stragrande maggioranza una mozione presentata dall’estrema destra di Rassemblement National, che ha incassato solo 94 voti.

La bocciatura delle mozioni significa che la riforma per l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni è stata approvata dalla legislatura, anche se deve ancora essere firmata dal presidente e potrebbe essere soggetta a contestazioni legali. La crisi interna più grave del secondo mandato di Macron non si è ancora conclusa e lui non ha ancora commentato pubblicamente la controversia.

“Non siamo mai andati così lontano nella costruzione di un compromesso come con questa riforma”, ha dichiarato la Borne in Parlamento prima del voto, affermando che l’uso dell’articolo 49 per aggirare il voto è “profondamente democratico” secondo la Costituzione francese, e ha ricordato che la sua paternità non rimonta “a un dittatore”, ma al leader storico del dopoguerra Charles de Gaulle. 

La rabbia dei netturbini

Intanto diverse città della Francia, Parigi in primis, sono maleodoranti e invase dai rifiuti, nel 13mo giorno di sciopero dei netturbini, movimento di contestazione più longevo – che potrebbe essere ancora prorogato – nel contesto della battaglia dei lavoratori di diversi settori contro la riforma delle pensioni.

In realtà il conflitto acceso dagli spazzini, dallo scorso 7 marzo, non è alimentato dal solo progetto di legge del governo, ma si tratta di una rabbia che in Francia torna ciclicamente, riguardante lo stipendio, le difficili condizioni di lavoro e il mancato riconoscimento socio-economico.

Studenti occupano universita’ a Parigi e Bordeaux

Anche gli studenti hanno continuato a mobilitarsi con una serie di azioni che vanno dai comizi ai blocchi, con diverse centinaia di studenti dell’università di Parigi 1 che hanno votato per occupare la sede di Tolbiac. Il sindacato studentesco L’Alternative ha contato ieri pomeriggio una cinquantina di università e scuole mobilitate, con occupazioni di edifici universitari a Parigi 1 o Montpellier 3-Paul Vale’ry e blocchi a Lille 2, Parigi 8 o Saint-Etienne. All’università di Bordeaux-Montaigne, circa 300 studenti riuniti in assemblea generale su una piazza hanno votato a grande maggioranza per rinnovare il blocco fino a oggi. 

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