Gusto, colori, musica e cultura per le strade dello Zafferano DOP

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Titolo decisamente azzeccato della manifestazione per la riscoperta e la valorizzazione di uno dei tesori della produzione contadina della Sardegna. Zafferano protagonista di questo scorcio di.autunno, con i tre fine settimana del 4 novembre a Villanovafranca, dell’ 11 a S. Gavino, del prossimo 18 novembre a Turri: queste le tre tappe di un appuntamento creato dalla sinergia vincente delle relative amministrazioni comunali, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione Sardegna e del Consorzio Turistico della Marmilla per la conoscenza e la divulgazione dei saperi, dei mestieri e dei sapori tipici locali.
Certo, quello che attira i più, sono le proposte dedicate al palato ed alle degustazioni enogastronomiche: dalla gustosissima cassola di lumache rigorosamente locali e cucinate secondo i dettami della tradizione, alla grigliata di salsiccia aromatizzata allo zafferano fino al piatto altrettanto tipico di pecora con patate, il tutto secondo le varie proposte, a prezzi decisamente contenuti.
Ma l’ulteriore interesse può essere anche quello di scoprire nuovi scorci, le tradizioni di mestieri e cultura che le nostre comunità custodiscono gelosamente ma che poi, con altrettanta ospitalità, pongono a disposizione di chi abbia voglia di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze.
Quanto in particolare al piccolo centro di Villanovafranca, è possibile la visita del museo archeologico nel ristrutturato ex Monte Granatico, che espone reperti dall’agro circostante, di datazione compresa fra la preistoria e l’alto medioevo, oltre ad una espositiva con una collezione di quadri e sculture di autori locali.

Ma sopratutto, il visitatore attento può – immergendosi nelle strette viuzze con le case costruite in pietra squadrata, spesso ricavata dal saccheggio dei nuraghi che appena affioravano dal terreno oppure, secondo altra tradizione costruttiva, erette in mattoni di “ladiri” di argilla cruda – scoprire la realtà contadina con un buon ventaglio di proposte per la conoscenza dei prodotti di eccellenza dell’agroalimentare, dell’artigianato e degli antichi mestieri, attraverso la visita diretta nelle abitazioni e nei luoghi di produzione appositamente aperti per l’accoglienza.
Dalla metà di ottobre per un mese circa, cinquanta ettari dell’alta Marmilla sono inondati dello splendido vivido color viola dei fiori di zafferano; occorre un mese abbondante di lavoro che impegna intere famiglie per dieci ore al giorno e poi il colore di quei campi cambia: da questo momento per ricavare “l’oro rosso” inizia l’operazione più difficile, quello della mondatura, cioè la separazione degli stimmi dalle restanti parti del fiore, ossia dal perigonio e dagli stami. E’ quanto spiega Paolo Cortis produttore di Villanovafranca, sottolineando che occorra grande manualità ed estrema delicatezza per aprire ogni fiore con ambo le mani recidendone lo stilo poco più in alto dell’attaccatura dei tre stigmi. E’ un lavoro davvero difficile che richiede accurata maestria per riuscire ad ottenere dopo una intera giornata di pulizia un quantitativo di cento grammi di prodotto.
Ma il raggiungimento del prodotto finale è ancora lontano – soggiunge sempre Corti – spiegando che dagli originali cento grammi di prodotto dopo la sua essiccazione vengono ottenuti solamente venti grammi di risultato finale, utile all’uso alimentare. Da qui spiegato il costo di un prodotto di altissima qualità e la cui produzione in termini di quantità è al contrario decisamente limitata.
Insomma, un laboratorio di originalità e tradizione del lavoro manuale che regala una ricchezza quale lo zafferano, che può essere anche decisivo volano per una penetrazione in un mercato anche internazionale di questo territorio, con un prodotto unico di indubbia eccellenza.

Alberto Porcu Zanda

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