I fatti di Colonia. Due parole…

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La notizia di migliaia di uomini organizzati per rubare e stuprare a Colonia durante la celebrazione del nuovo anno è rimbalzata sui giornali. Un migliaio di uomini che con il passare delle ore, prenderanno la forma di “arabi o nordafricani”. L’informazione europea scopre d’improvviso la cultura dello stupro e si tuffa  nell’ondata di violenze sessuali che ha investito la città tedesca di Colonia e diversi altri luoghi. Ma cos’è successo di nuovo, perché la violenza sessuale assume solo adesso la rilevanza di una questione di Stato? I fatti di Colonia cosa ci insegnano? Semplicemente che il rischio di aggressioni sessuali contro le donne è una cosa quotidiana, che può manifestarsi in ogni momento, in ogni città, e che limita di fatto la nostra libertà di persone di muoverci, di lavorare, di divertirci.
Le aggressioni di Colonia sono state diverse per numero, per intensità in uno stesso luogo, ma non sono nuove. Fanno parte della vita di tutte le donne, tutti i giorni. Per eliminarle bisogna eliminare la radice ribadendo un concetto: le donne non sono a disposizione degli uomini.
Ora non dite che non è vero che qualsiasi donna, deve sempre riflettere sulla strada da percorrere, sull’orario di rientro, che deve sbirciare furtivamente dietro le proprie spalle, accelerare all’improvviso quando il molestatore di turno si materializza, e così via, e pensare ogni volta, come se fosse normale:  questa volta è andata bene
Gli eventi di Colonia contengono una novità e cioè, mentre nella molestia del singolo o del branco vi è uno scopo immediato , in queste molestie vi è una strategia, una pianificazione e la larga scala e la nazionalità , omogenea, degli uomini coinvolti ne è indizio. Vi è un duplice scopo , cioè non più “faccio questo per il mio piacere”, ma,  “faccio questo come sfregio del nemico, come azione di guerra, come monito”, e questo lo rende diverso. La differenza è nella scala e nella simultaneità dell’aggressione, con queste modalità, in diverse città d’Europa. Troppo singolare per non comprendere che c’è un input politico. È la prima volta che accade in Europa una molestia di massa. Non sono gli immigrati, il problema. È il Daesh, che aveva promesso di sommergerci di suoi adepti. Colonia è un atto politico, come Amburgo ed Helsinki. Nei giornali, nelle tv, nei blog, si sprecano i commenti ma quello che fa strano è leggere come giustificazione il fatto che ci sono anche stupri fatti da europei, quindi? Quindi, gli arabi, i musulmani ecc. non hanno compiuto niente di eclatante niente di cui le femministe debbano occuparsi. Boooo, scommetto che se erano tutti italiani si sarebbero buttate a pesce? Certo, non dobbiamo dimenticare che quasi ogni giorno in Italia una donna viene picchiata o uccisa dal suo compagno (rumeno, bulgaro, italiano) e all’improvviso solo gli immigrati sono i cattivi? No, non ho scritto questo,  ma dobbiamo vedere anche i fatti per quello che sono: un attacco premeditato, organizzato, un attacco all’Occidente, non alle donne ma a tutta l’Europa, qua non si tratta di noi donne buone, voi uomini bestie, sarebbe un insulto alquanto superficiale alla categoria maschile, gli uomini In Europa come in tante altre parti del mondo amano le donne e  non sono stati educati da bestie. In molte hanno scritto commenti che sembrano voler strappare solo applausi di genere. Penso che le culture non siano  tutte uguali e che la nostra (europea) sia la meno peggio almeno dal punto di vista di genere . Questa immigrazione di culture così diverse va gestita e  controllata, nel mondo ci sono miliardi di persone che vivono in culture in cui la donna è nulla, e non sono di certo in europa.
Dalla cultura dello stupro, purtroppo, nessuno sfugge. Nemmeno i nordafricani. Questo significa che occorre denunciare sempre e comunque questi fatti indipendentemente da chi li fa. Ma come al solito non perdiamo l occasione per spararci addosso. Io condanno le violenze di Colonia così come quelle che le donne subiscono quotidianamente, non sto zitta solo perché si tratta di violenza compiuta da gruppi di uomini di origine non europea. Non mi interessa se vengono da paesi in guerra, se hanno rischiato la vita attraversando il mare, se sono poveri ecc. ecc. niente giustifica la violenza.

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