Iglesias. Giornata della Terra 2022, incontro pubblico “Costruire insieme Comunità future” – attività di identificazione e schedatura da parte di agenti della Polizia di Stato

0 0
Read Time:7 Minute, 40 Second

Lettera aperta inviata al prefetto di Cagliari Dott. Tomeo e p.c.: alla Ministra Dott.ssa Lamorgese, al Questore di Cagliari Dott. Rossi, al Sindaco di Iglesias Sig. Usai. Si tratta di un reclamo con richiesta di incontro per i fatti accaduti il 22 u.s. a Iglesias, alla fine del Convegno Culturale organizzato da una rete di associazioni, in occasione della Giornata della Terra 2022.

– Egregio Dott. Tomao,
si è svolto ad Iglesias il 22 aprile scorso, un incontro pubblico importante, partecipato, forte nei
contenuti espressi, di grande valore culturale e pedagogico per la presenza di uno dei massimi
esponenti del Movimento Nonviolento del nostro Paese e di una numerosa rappresentanza di
Associazioni della società civile.

Organizzato da un’ampia rappresentanza di associazioni, organismi e progetti (Scuola Civica di
Politica – La città in Comune, Arci Sardegna, Centro Sperimentazione Autosviluppo, Comitato
Riconversione RWM, Italia Nostra Sardegna, Rete Warfree – Lìberu dae sa gherra, Tutto Cambia –
Liberi di essere, ASD Gennarta, – Associazione Consultiamoci, Movimento nonviolento Sardegna, I
Giardini della Biodiversità, Socie e soci di Banca Etica Sardegna sud), ha visto inoltre la
partecipazione di alcuni bambini della scuola primaria e un alunno dell’Ipia, dei rappresentanti della
Fondazione del Cammino di Santa Barbara, della Rete sarda per la difesa della sanità pubblica, dei
movimenti La Società della Cura – Fuori dall’economia del profitto, Sardinnia Aresti e Fridays for
future di Cagliari.
Si è svolto in una sala comunale prestigiosa, gentilmente concessa dall’Amministrazione Comunale
di Iglesias, stracolma, che non poteva certo contenere la bellezza, la ricchezza e i bi-sogni che
quindici espressioni organizzate intendevano condividere in un incontro progettato per una piazza,
che però il maltempo ha consigliato di spostare al chiuso. La finalità era quella di promuovere
confronto, approfondimento, progettazione comune di azioni positive per un cambiamento
urgente, necessario come salto di civiltà di fronte ad una Terra che secondo i rapporti dell’Onu ha
solo otto anni prima di raggiungere un punto di non ritorno. Problematiche acutizzate dalla guerra
in atto in Europa (insieme ad altre decine presenti nel mondo) e dalla grave scelta di ridurre le spese
vitali per la cultura, la scuola, la ricerca, la transizione ecologica e aumentare a dismisura le spese
militari.
Partendo dal presupposto che stiamo vivendo un momento storico che impegna ciascuna/o di noi
ad assumere la responsabilità di un cambiamento profondo per affrontare le sfide di una estinzione
della nostra specie di fronte alle minacce di una guerra nucleare e della crisi climatica, è stato
ribadito che la strada che porta alla pace, in un momento di conflitti crescenti, non può essere che
quella che ha come faro la nostra Costituzione, verso un’economia della cura e non del profitto, la
finanza etica, la riconversione in senso civile delle industrie delle armi, un’agricoltura biologica e
biodiversa, un turismo sostenibile e lento, una democrazia energetica fuori dalle speculazioni, fatta
di risparmio e comunità energetiche, una difesa e sviluppo della sanità pubblica che davvero si
occupi di favorire uno stato di salute e benessere, non solo di curare quando questi elementi
vengono a mancare.
E tutto ciò, aprendo un largo e partecipato dibattito, un confronto democratico anche di posizioni
diverse su alcuni nodi di fondo che oggi stringono il nostro vivere civile in una morsa di intolleranza,
creando assurde contrapposizioni anziché stimolare la ricerca di soluzioni comuni anche con la
disobbedienza culturale al pensiero unico che alimenta la paura, l’odio e la violenza, per lasciare
posto al coraggio e all’amore.
Il significato inclusivo, culturale e educativo dell’incontro veniva immediatamente identificato
nella presentazione iniziale di alcuni alunni della scuola primaria in un loro percorso pluriennale di
educazione alla pace dove l’arte ci racconta che la guerra è dolore e morte dovunque e per tutti e
artisti come Francesco Ciusa e Picasso la rappresentano non come eroica e rigenerativa, ma da
evitare a tutti i costi con la forza della ragione.
A ciò è seguito il racconto della storia di Ibra, giovanissimo studente africano, ascoltato con un
silenzio assoluto, dal suo cammino per fuggire dalle tante difficoltà che molte zone dell’Africa

purtroppo presentano, alla nuova vita qui, in un percorso positivo di accoglienza, a partire dalla
scuola.
Il momento centrale della serata è stato la presentazione del libro di Pasquale Pugliese,
“Disarmare il virus della violenza”. L’ autore collabora con il Movimento Nonviolento fondato nel
1961 da Aldo Capitini, di cui è stato segretario per nove anni.
Ha contribuito a fondare ed animare a Reggio Emilia la Scuola di Pace. Oggi si occupa in particolare
di progettazione educativa e di politiche giovanili per lo stesso Comune e cura percorsi laboratoriali
e di formazione sui temi della nonviolenza e della formazione dei volontari del Servizio Civile.
Pugliese si è rifatto ai giovani, ai milioni di giovani che in questi anni gridavano nelle piazze “Non
rubateci il futuro” con la violenza che stiamo facendo alla terra, sostenendo il bisogno di attrezzarci
culturalmente per capire se quello che sta accadendo possa darci un futuro e costruire altri
strumenti in sintonia con il ripudio della guerra proclamato dall’art. 11 della nostra Costituzione.
In tal senso ha ribadito l’impegno sistematico per la pace come decostruzione di tutte queste
forme di violenza, da quella culturale, a quella diretta come la guerra, a quella strutturale del nostro
modello di sviluppo, per trovare alternative soprattutto in un esteso progetto educativo.
Gli strumenti rimangono ancora l’obiezione di coscienza, la disobbedienza civile nonviolenta
contro la guerra, e l’istituzione e la formazione dei corpi civili di pace, strumento organizzato
capace di intervenire nei conflitti prima che degenerino in guerre, con la mediazione,
l’interposizione, il coinvolgimento positivo delle popolazioni.
Nella parte finale dell’incontro,si è svolto lo spazio di dialogo “Per una economia libera dalla guerra
e una società inclusiva e giusta”. Si sono susseguiti brevi interventi dei portavoce di alcune
associazioni e organismi.
È emerso un territorio che costruisce importanti esperienze che vanno oltre il locale, che creano
lavoro etico, opportunità di confronto con idee e culture diverse, passaggio di pellegrini e turisti
responsabili, nuova vita sociale.
In particolare i giovani hanno portato un punto di vista sistemico e complesso che denuncia insieme
sfruttamento del territorio in funzione della guerra e nuovo colonialismo energetico.
L’incontro rappresenta una continuità con le espressioni di una coscienza pacifista e antimilitarista
in Sardegna fin dagli anni cinquanta, guidate e organizzate anche dall’azione di un leader morale
della levatura di Aldo Capitini, docente di pedagogia all’Università di Cagliari dal 1956 al 1965 e dalla
docente Elisa Nivola che promossero nell’isola una Consulta per la pace, un Movimento giovanile
di azione e un Movimento contro le basi militari.
In tale percorso, espressioni simboliche come “Gettare le basi” o “Tagliare le reti” hanno
rappresentato la richiesta che la Sardegna possa liberarsi da un carico enorme di occupazione del
territorio, fonte di disastri ambientali e sanitari gravissimi, escalation belliche e una delle cause del
sottosviluppo. Come più volte evidenziato anche da vari governi regionali.
Già nel corso della riunione alcuni partecipanti che per vari motivi uscivano dalla sala e si recavano
nella piazza antistante venivano avvicinati dai funzionari in borghese che, dopo essersi qualificati,
chiedevano di esibire un documento di riconoscimento e ne trascrivevano i dati.

Dopo tre ore di dibattito vivace e sereno, al termine dell’incontro, è proseguita la richiesta da parte
delle forze dell’ordine di identificare un certo numero di persone presenti all’interno del locale,
rallentandone l’uscita e il rientro alle loro attività personali fino alla identificazione e successiva
registrazione dei dati, richiesta contro la quale abbiamo naturalmente espresso la nostra
incredulità e contrarietà, decidendo di superare l’impasse con l’offerta spontanea delle generalità
da parte di tutti i presenti.
L’episodio ha chiaramente creato disagi e tensioni ma, soprattutto, preoccupazioni rispetto alla
agibilità delle prossime iniziative pubbliche delle associazioni organizzatrici.
Come segno della nostra volontà di utilizzare sempre strumenti di nonviolenza, dialogo e
accoglienza, abbiamo donato una copia del libro “Disarmare il virus della violenza” all’ispettore della
Digos, ribadendo che tale variegata e poliedrica aggregazione non meritava certo un epilogo così
discriminatorio, che non rasserena il clima di intolleranza in atto verso chi dissente dalle scelte
belliche del Paese, e va nella direzione opposta alle finalità che l’incontro voleva perseguire.
Ci chiediamo, perché richiedere le generalità e identificare le persone presenti all’interno dei locali?
Non era mai successo a Pasquale Pugliese che da trent’anni gira l’Italia in lungo e in largo, in
tantissimi incontri aperti con i cittadini. Non era mai successo ad Iglesias. Appare quindi anomalo,
ingiustificato, inquietante, intimidatorio. L’ espressione delle idee è ancora libera e tutelata dalla
nostra Costituzione e mostrare le Forze dell’ordine in una veste che fa pensare alla repressione delle
opinioni non fa altro che radicalizzare le posizioni.
Ci rivolgiamo a lei, Sig. Prefetto, per chiederle con urgenza un incontro per capire ciò che
comunque rimane un episodio inspiegabile e ingiustificato e contemporaneamente ribadire di
fronte ad un alto rappresentante dello Stato la nostra dedizione verso tutti i princìpi democratici
costituzionali e contro ogni atto di violenza.
Le chiediamo inoltre di farsi promotore di qualsiasi utile iniziativa, anche con l’interessamento del
Ministro degli Interni, affinché fatti del genere non abbiano a ripetersi e sia garantita la piena
agibilità delle iniziative libere e democratiche come la nostra.

Per i promotori: Scuola Civica di Politica – La città in Comune, Arci, Centro Sperimentazione
Autosviluppo, Socie e soci Banca Etica Sardegna sud, Comitato Riconversione RWM, Italia Nostra
Sardegna, Rete “Warfree – Lìberu dae sa gherra”, Tutto Cambia – Liberi di essere, ASD Gennarta, –
Associazione Consultiamoci, Movimento nonviolento Sardegna, I Giardini della Biodiversità.

Marina Muscas

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *