Il magistrato Nino Di Matteo in Sardegna. Incontra gli studenti sul tema "Il fenomeno mafioso tra passato e presente" e presenta il suo libro "Collusi"

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Il magistrato più temuto dalla mafia racconta nel suo libro il nuovo potere criminale, come fermarlo e perché politici, uomini delle Istituzioni continuano a trattare con la mafia.

Mercoledì 1 febbraio alle ore 9.30 a Cagliari all’auditorium “G. Pierluigi Da Palestrina” in via Bacaredda, si terrà un incontro tra gli studenti degli istituti superiori e il magistrato Nino Di Matteo che parlerà del “fenomeno mafioso tra passato e presente” e del libro “Collusi” scritto insieme a Salvo Palazzolo. Introdurrà i lavori Giorgia Oppo del Movimento Agende Rosse “Emanuela Loi” Sardegna.

L’opera sarà presentata sempre mercoledì 1 febbraio dalle 16.00 nell’aula magna della Cittadella Universitaria a Monserrato. L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Monserrato con il patrocinio del Comune di Monserrato, l’assessorato ai rapporti con l’Università del Comune ed il Movimento Agende Rosse “Emanuela Loi” Sardegna. Porteranno i saluti: il sindaco Tommaso Locci e l’assessore Emanuela Stara.

Ci sono dei momenti in cui non ci si può rassegnare all’andazzo delle cose, alla legge del più forte: bisogna trovare il coraggio di esporsi e denunciare” dichiara Nino Di Matteo al giornalista Loris Mazzetti, spiegando in questo modo la sua decisione di rompere un silenzio che per tutta la durata della sua carriera di pm antimafia lo ha tenuto lontano dai microfoni e dai riflettori.

-Il libro è un documento prezioso non soltanto per conoscere a fondo le pratiche della trattativa con i poteri criminali, comportamento devastante per uno Stato di diritto ma è anche una lezione di umiltà così com’è costruito, capace però di prendere alla gola per il dramma che raccontano le sue pagine, per le storie sanguinanti che hanno lacerato e seguitano a minacciare un Paese civile come il nostro. Di Matteo ha mostrato di avere la schiena diritta, anche se il coraggio, confessa, non cancella la paura. Ma chi potrà ripagarlo di quel senso di solitudine, di isolamento e di spaesamento che tanti fedeli servitori dello Stato, prima di lui, soffrirono in quel Palazzo dei veleni di Palermo? Non si contano le minacce, i propositi di ucciderlo, gli ossessivi ordini di morte di Totò Riina.- ( Corriere della Sera)

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