Itinerari Romanici in Sardegna – San Simplicio di Olbia

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La Sardegna più antica – quella preistorica dei nuraghi – regala ancora oggi testimonianze architettoniche megalitiche, unitamente ad un notevole livello qualitativo nelle arti figurative con i caratteristici bronzetti, segno di una cultura artistica ben definita e prettamente isolana; il periodo di fioritura di questa civiltà autoctona termina alcuni secoli prima di Cristo e da quel momento in avanti, gran parte dell’isola inizia a conoscere le dominazioni di popoli che fino ai tempi moderni, si succedettero nella conquista del territorio: Fenici, Cartaginesi, poi la dominazione romana, le conquiste vandaliche e le scorribande moresche; in questa fase, l’arte isolana decade come arte propria ed incomincia l’imitazione e l’adattamento alle forme dei popoli conquistatori, subendo modi, maniere e stili anche costruttivi ed architettonici.

Gli elementi bizantini si manifestano in Sardegna in forma riflessa dall’Oriente e le testimonianze architettoniche di questo periodo sono nel complesso poche e di modeste proporzioni. Ma intorno all’anno Mille, l’isola pian piano subisce dal mondo occidentale influssi nuovi che penetrano nel territorio al seguito dei monaci missionari e dei mercanti. Con la nuova forma politica dei Giudicati arrivano sull’isola i monaci Benedettini e Camaldolesi che fondano monasteri, che riadattano vecchi edifici: si innalzano anche nuove chiese in stile romanico provenzale, sotto gli auspici dei giudici; lo stile romanico si sviluppa quindi nei castelli arroccati sulle alture del territorio, ma soprattutto nelle chiese, che pur rivelando per alcuni aspetti stilistici la loro provenienza lombarda, provenzale o toscana, sono tuttavia pregevoli e particolari, proprio per la singolarità di certe soluzioni architettoniche e decorative.

Esempio mirabile tra queste, è la chiesa di San Simplicio ad Olbia: Cattedrale fino al 1839, oggi Basilica minore, è dedicata a San Simplicio protovescovo della città e martire sotto l’imperatore Diocleziano, oggi patrono della diocesi di Tempio-Ampurias e di Olbia.

La chiesa di San Simplicio è il più importante ed antico monumento religioso della Sardegna nord-orientale ed una testimonianza della diffusione del cristianesimo sull’isola.

La chiesa, di dimensioni imponenti, fu costruita in granito tra la fine dell’XI secolo e la metà del XII secolo in stile romanico pisano: sorge su una collina, originariamente all’esterno dell’antica città medioevale, circondata da un ampio cimitero risalente all’età punica; oggi è inglobata nel centro urbano, circondata da un piazzale dove si notano diverse pietre miliari romane.

L’edificio fu eretto in tre periodi distinti: i muri perimetrali, l’abside ed i pilastri sono della seconda metà del XI secolo, mentre successivi sono il completamento della copertura e la sopraelevazione dei muri delle arcate laterali. L’interno è a tre navate, spartite da sette pilastri e cinque colonne. Al centro dell’abside sono visibili due affreschi mal conservati di San Simplicio e San Vittore (vescovo di Olbia dopo il 595). Nel presbiterio si trova l’antica statua di San Simplicio, pregevole scultura di legno dorato risalente al ‘600.

L’esterno ha una facciata tripartita da due lesene con al centro il portale e nella parte alta una luce a forma di trifora; sulla destra della facciata, il campanile a vela, successivo come costruzione rispetto all’impianto della chiesa, è in stile spagnolesco.

Alberto Porcu Zanda

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