“La Wally”, il gran ritorno a Cagliari. Dopo 115 anni l’opera di Catalani commuove il Teatro Lirico

0 0
Read Time:2 Minute, 45 Second

La prima e unica apparizione a Cagliari risaliva al 1910. Nel suo ritorno a Cagliari dopo oltre un secolo, “La Wally” si presenta al Teatro Lirico con l’esordio assoluto di tutti i componenti del cast prima del doveroso minuto di raccoglimento per Papa Francesco.

Nel mondo del teatro questa è una rarità mentre a dirigere la musica del compositore toscano, originalmente fusa fra le danze tirolesi, jodler e quelle riconducibili al Tristano di Wagner. c’è il grande maestro cinese Lü Jia, alla sua prima intera direzione. Massimo Pizzi Gasparon Contarini cura regia, scene, costumi, luci e video di ciò che va in scena all’ombra del ghiacciaio Similaun, nella valle Ötztal. Le coreografie sono di Letizia Giuliani, il videomaker è Matteo Letizi.

L’ opera in quattro atti su libretto di Luigi Illica, tratto dal romanzo Die Geierwally di Wilhelmine von Hillern e composta da Alfredo Catalani, si sviluppa alle fine del 1800. Wally (interpretata nella prima da Oksana Dyka) viene promessa in sposa a Gellner (Devid Cecconi), scelto dall’anziano padre Stromminger (David Cervera) nel giorno del suo 70° compleanno. Lei, tuttavia, desidera il cacciatore di orsi Giuseppe Hagenbach (Marcelo Alvarez), un uomo legato ad Afra (Sonia Maria Fortunato).

La ragazza dallo spirito libero, non accetta le imposizioni paterne e cacciata dalla casa di Sölden, alterna feste a momenti di isolamento. Il suo cuore in fondo, è sempre per Hagenbach ed è a lui che offre il suo primo e sincero bacio. Purtroppo per lei, questo avviene solo in virtù di una scommessa vinta fra le risate dei commensali del locale di Afra. A darle supporto c’è Walter (interpretato dalla sarda Elena Schirru) un suonatore di cetra che, con i suoi versi, sembra conoscerne il destino.

Wally non ci sta. Se riesce ad amare, riesce anche ad odiare e pur di assaporare il gusto della vendetta, accetta le nozze con il suo spasimante a patto che uccida Hagenbach. Quest’ultimo viene spinto in un crepaccio ma a salvarlo è la stessa ragazza pentita, “scesa negli abissi”. A lui e ad Afra, l’erede di Strommingen cede i suoi beni prima di affrontare la redenzione nel suo isolato rifugio in cima al Murzoll.

Hagenbach, una volta guarito, la raggiunge per chiederle scusa della precedente offesa e sopratutto, dichiararle il suo amore. La storia sembra tingersi di rosa ma è il bianco, quello della valanga che uccide il suo amato, a prendere il sopravvento. Wally è disperata, decide di farla finita e nel suo ultimo metaforico abbraccio, canta questo prima di lanciarsi nel vuoto.“ O neve! O candido destino mio, ecco la sposa di Giusepe. Anima cara, aprimi le tue braccia!”

Dopo due ore mezzo complessivi, ci si può domandare se tale opera, dall’esordio alla Scala nel 1982 ad oggi, meritasse maggior considerazione. Eppure, col suo linguaggio musicale molto diretto, lo spettatore percepisce le passioni e gli stati d’animo dei personaggi, laddove per il regista Gasparon “la vena malinconica e triste pervade ogni attimo musicale”.

Probabilmente, è un’opera dalle poche rappresentazioni rispetto a quelle più famose, è correlato al fatto che le voci in campo devono adeguarsi alle espressioni annesse al testo. Un plauso ulteriore va dunque a chi non è di lingua madre italiana come Oksana Dyka (ucraina), David Cervera (spagnolo), Marcelo Alvarez (argentino).

In scena sino a domenica 4 maggio al Teatro Lirico di Cagliari.

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *