Lanciano. Arrestati tre romeni per la brutale rapina

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Lanciano. Primi arresti per la brutale aggressione di domenica scorsa, nella  villa alle porte di Lanciano, in Abruzzo. Sono finiti in manette, tre uomini, di nazionalità rumena. Si tratta di due fratelli e un cugino, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Sono stati bloccati mentre si preparavano a fuggire in auto. Soddisfazione da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini che scrive su twitter: “Coniugi massacrati a Lanciano, in manette tre rumeni che stavano fuggendo con i soldi rubati. Grazie alle nostre Forze dell’Ordine, queste bestie devono marcire in galera!”

Ora, si tratta di assicurare alla giustizia, il resto della feroce banda. Tra i ricercati anche il presunto capo, che sarebbe un italiano. Le indagini condotte a ritmo serrato dalle forze dell’ordine dunque stanno dando i primi risultati. Da alcune indiscrezioni – trapelate d’ambienti investigativi – si tratterebbe di una banda ‘mista’: alcuni sarebbero pugliesi, altri provenienti dall’Europa dell’Est: 4 o 5 uomini più un basista. Gli investigatori hanno le bocche cucite.

Dalle testimonianze raccolte in queste settimane, comunque si fa sempre più strada che sia la stessa banda che ha colpito per altre cinque volte – e sempre con modi brutali – nella zona del chietino. Ricordiamo fra tutte la rapina a Guardiagrele e quella a San Vito dove a un anziano commerciante fu tagliato un dito. Insomma la pista, anche se per ora non ci sono riscontri concreti, potrebbe essere quella di un’unica banda di italiani e stranieri la cui firma sarebbe la violenza efferata delle azioni. Per ora non c’è un fascicolo unico di inchiesta né un accorpamento delle indagini nelle mani dei carabinieri del provinciale di Chieti che hanno indagato sui 5 dei casi precedenti, senza fin qui trovare un colpevole.

“Noi per il momento stiamo soltanto valutando e agendo sull’ultima rapina, quella ai coniugi Martelli, e quello che ci interessa è il fatto successo sabato notte: se ci sarà la necessità, la possibilità di andare indietro nel tempo, poi lo faremo. Però per il momento noi siamo concentrati sulla rapina di sabato”, ha spiegato il questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello. “Poi – ha detto – se nel corso dell’attività investigativa dovessero emergere situazioni che possono far risalire a situazioni pregresse o del passato poi questo sarà vagliato dagli investigatori”. Campo aperto quindi.

Per ora sono al vaglio i filmati di 30 telecamere distinte in città: in alcune immagini sono ritratti un’auto sospetta, e due sagome, i possibili rapinatori. Si attendono anche gli esami su resti di sigarette per estrarre il dna.

Oggi, la moglie del dotto Martelli, Niva Bazzan – la coppia seviziata domenica scorsa e finita in ospedale – dovrebbe essere dimessa. Le sue condizioni sono migliorate, gli ultimi esami hanno dato esito negativo. “L’importante è poter riprendere una vita normale”, ha detto ieri mentre veniva trasportata da un reparto all’altro dell’ospedale Renzetti. Per il marito, il dottor Martelli, ci vorrà più tempo.

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