Laureati emigrano? Cominardi: risposte con Decreto Dignità e Legge di Bilancio

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“La risposta concreta all’emigrazione giovanile? È nelle misure che abbiamo adottato in questi primi mesi e nella Legge di Bilancio: misure che sradicano le cause della fuga generando opportunità lavorative, garantendo i diritti e le tutele contro povertà e precarietà, sostenendo le imprese, ridando centralità alla formazione e alle competenze. In generale, riportando lo Stato al fianco dei cittadini nell’interesse del Paese”.

Così il Sottosegretario Claudio Cominardi commentando i dati Istat sull’emigrazione dei giovani diplomati e laureati. Negli ultimi cinque anni se ne sono andate dall’Italia 244 mila persone, di cui il 64% laureati e diplomati. Rispetto allo scorso anno nel 2017 la fuga di laureati ha registrato un +4%.

“Ricordo che il costo sociale per un laureato si aggira tra 158 e 170 mila euro, che lievitano a 228 mila euro per un dottore di ricerca – ha commentato il Sottosegretario – solo per diplomati e laureati, la perdita netta subita dall’Italia è stimata attorno ai 10 miliardi di euro”.

“Contro precarietà e paghe da fame – una delle ragioni più odiose che demotivano i giovani fin dal loro ingresso nel mondo del lavoro – abbiamo incentivato i contratti a tempo indeterminato e penalizzato i contratti a termine con il Decreto Dignità”.

“Con il reddito di cittadinanza staremo vicino a giovani e meno giovani dando a chi non ha una lavoro la possibilità di formarsi e ri-formarsi senza essere costretti a fare le valigie, mentre ‘Quota 100’ consentirà a molte persone che lavorano da tanti anni (con costi maggiori per le aziende) di raggiungere la meritata pensione, aprendo occasioni di lavoro per i diplomati e neolaureati ricchi di competenze fresche e utili alle aziende”.

“La riforma dei Centri per l’Impiego (nei quali oggi trova lavoro solo il 3% dei candidati) consentirà finalmente di collegare le competenze alle esigenze del mondo produttivo. Una misura da un miliardo di euro all’anno e che rappresenta una chiave di volta per la tenuta dell’Italia”.

“A ciò si aggiungono le misure a sostegno dell’imprenditorialità giovanile. Dalla Flat Tax al 15% per partite IVA sotto i 65.000 euro e al 20% dal 2020 per chi fattura tra 65.000 e 100.000 euro, agli sgravi per chi assume giovani laureati, dal massiccio investimento in innovazione tecnologica e digitale (un miliardo di euro a sostegno di progetti di sviluppo su Blockchain, Internet delle Cose, Intelligenza Artificiale) all’incentivo per chi assume “digital transformation manager” per la trasformazione dei processi produttivi delle Pmi”.

“Naturalmente – conclude Cominardi – vivere e lavorare in altri Stati rappresenta una grande opportunità di crescita, quindi il Governo farà il possibile per assistere chi vuole fare quest’esperienza. Sempre parlando nel concreto, il Ministero del Lavoro valuterà anche l’opportunità di riaprire il tavolo di lavoro per discutere e affrontare le richieste dei lavoratori frontalieri”.

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