LEI Festival, ‘In dialogo con Platone su le cose dell’amore’ con Umberto Galimberti

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LEI Festival – Lettura, Emozione Intelligenza, torna nuovamente in presenza di pubblico dopo un anno di stop forzato causa pandemia, con il tema ‘Amare’.

Ideato dalla Compagnia B, con la direzione artistica di Alice Capitanio, la rassegna culturale conta – dal 18 novembre al 12 dicembre – circa trenta appuntamenti, tra incontri con gli autori, workshop, attività nelle scuole, laboratori di promozione alla lettura. Le sedi, oltre Cagliari, sono anche Sassari, Nuoro, Pau e Quartu Sant’Elena.

Al centro di ‘Lei’, come tema unico dalle mille sfaccetature è l’Amore, con la sua capacità rivoluzionaria di trasformare relazioni, punti di vista, persone e far germogliare comunità, nel segno della condivisione e inclusione.

Di vivo interesse e di grande richiamo al teatro Doglio con il tutto esaurito, è stato l’appuntamento dal titolo ‘In dialogo con Platone su le cose dell’amore’, con la presenza del professor Umberto Galimberti.

Il noto filosofo ha tenuto una interessante lectio magistralis nella quale ha discettato sul tema dell’Amore secondo Platone.

Il tema di partenza è amare: se io ti do il mio amore, cosa ti sto dando di preciso? Chi è l’Io che sta facendo questa offerta? Si è sempre considerato l’amore come qualcosa in possesso dell’Io e di cui l’Io stesso può disporre, ma l’amore non è una faccenda dell’Io.

Galimberti spiega come stanno le cose: “L’Io non è padrone a casa propria” come disse Freud, perchè inconsce sono le forze che determinano quelle che l’Io considera sue scelte.

Prima di Freud, Platone aveva centrato l’essenza dell’amore identificandolo con la follia.

Galimberti argomenta ulteriormente, che lo stesso Platone ha inventato la ragione che non è la verità ma un sistema di regole per capire; e la ragione stabilisce anche l’unicità dei significati e la prevedibilità dei comportamenti; noi oggi pensiamo e parliamo come Platone ci ha insegnato.

“I doni più grandi ci vengono dalla follia, tanto che la follia dal dio proveniente, è assai più bella dell’umana ragione” dice il filosofo; l’amore è la follia più divina ed ognuno di noi è folle al fondo della nostra anima.

Se si vuol parlare di cose d’amore, spiega ancora professor Galimberti bisogna ‘dislocarsi’, cioè in aderenza all’etimo greco atopia, ‘porsi al di fuori’.

Platone descrive Eros (amore), figlio di Poros (astuzia) e Penìa (povertà), per sua natura uguale alla madre e cioè povero: l’amore è desiderio e desiderio è mancanza, perchè si desidera ciò che non si ha, per cui la mancanza è il vero fondamento dell’amore.

L’amore non è solo rispetto, comprensione e condivisione ma violazione dell’integrità dell’altro, è toccare con mano l’altra parte di noi stessi.

E’ la passione che governa l’Io, io mi innamoro di chi ha catturato la mia follia: “Insomma – conclude Galimberti – l’amore non è il rapporto tra me e te, ma il rapporto tra la mia parte razionale e la mia parte folle, grazie a te che me l’hai svelata”.

Alberto Porcu Zanda

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