L’infettivologo Andreoni: “Vaccinarsi dev’essere la scelta prioritaria”

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“Se vogliamo passare una buona estate dipende tutto da noi. Credo che oggi abbiamo perso un po’ il senso di responsabilità che è stato l’elemento determinante dei mesi precedenti”. Ne è convinto Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata di Roma.

I contagi corrono, ma gli ospedali restano vuoti. Siamo in una fase inedita dell’epidemia?

“Per l’Italia sì, ma sta accadendo quel che è già successo in altri Paesi europei e non: la variante Delta è più trasmissibile e meno sensibile ai vaccini e ci sono cluster legati a viaggi, assembramenti, eventi sportivi. C’è stata meno attenzione e queste sono le conseguenze: la ripresa dei contagi. I vaccini però ci proteggono dalle forme gravi di Covid”.

E ora come si argina il contagio?

“Va fatta una grande attività di tracciamento e ridotta al massimo la circolazione del virus. E poi dobbiamo ridare fiducia alle persone e riportarle negli hub. Vaccinarsi dev’essere la scelta prioritaria”.

Basta una sola dose?

“No, la vaccinazione completa ha una capacità protettiva nettamente superiore. E dirò di più: chi si vaccina a metà non solo rischia di ammalarsi ma partecipa alla selezione di nuove varianti più resistenti e pericolose”.

L’età mediana dei nuovi casi si è abbassata: è a 28 anni. Quella dei ricoveri a 50. Che significa?

“La maggiore circolazione del virus tra i giovani dipende dal fatto che da un lato loro sono i meno vaccinati, perché le somministrazioni sono andate avanti per classi di età, e dall’altro sono quelli che si spostano di più. Soffrono meno la violenza del virus ma possono portarlo nelle case e trasmetterlo ai più fragili: ci sono ancora 2,4 milioni di over 60 non vaccinati”.

Qual è la previsione per l’estate?

“Continueremo ad avere un aumento progressivo dei contagi e, di conseguenza, un aumento dei casi gravi anche se credo che la percentuale del 10% indicata da Brusaferro sia pessimistica”.

Per i colori delle Regioni peserà di più il numero dei ricoveri, è giusto?

“Credo che dietro queste scelte ci sia anche l’idea di lasciar circolare di più il virus nella speranza che aumenti l’immunità di gregge, sapendo che ora vengono colpiti in maniera lieve i soggetti più giovani e che la vaccinazione ha preso piede. I limiti di questa scelta però sono due: i troppi fragili non vaccinati e la correlazione diretta tra la circolazione del virus e lo sviluppo di nuove varianti. Dovremmo essere cauti a permettere una grande circolazione del virus”.

Crede sia necessario reintrodurre misure restrittive?

“Ora sarebbe poco comprensibile tornare indietro dopo aver consentito che le persone si ammassassero negli stadi o per strada a festeggiare. Più logica una grande campagna di informazione per far capire che la situazione epidemica non è promettente: la Delta è 60 volte più trasmissibile dell’Alfa che a sua volta era 40 volte più trasmissibile della versione precedente”.

Cosa pensa dell’estensione del Green Pass?

“Più che per limitare la vita sociale, credo sia utile in termini motivazionali: spingere chiunque possa a vaccinarsi in una fase di oggettiva e pericolosa ripresa della epidemia. Ma solo a patto che venga consegnato dopo il completamento dell’intero ciclo vaccinale”.

Fonte: la Repubblica –  di Viola Giannoli

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