L’Italia è il paese europeo in cui si va in pensione più tardi

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Pensione – Il governo tenta di mitigare gli effetti sociali dell’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile.  I sindacati considerano insufficienti le proposte del governo. Il fatto è che la legge Fornero è sbagliata alla radice perché si basa su

un meccanismo perverso. Mai come in questo caso è utile un confronto con gli altri Paesi dell’Ue.  È  bene infatti ricordare che già oggi, con il pensionamento a 66 anni e 7 mesi, l’Italia è, insieme con la Grecia(dove sono comunque previste numerose deroghe), il Paese europeo in cui si va in pensione più tardi. I “rigorosi” tedeschi vanno in pensione a 65 anni e 5 mesi, gli spagnoli a 65 e 2 mesi, i francesi addirittura a 62. La media europea dell’età pensionabile è di 64 anni e noi siamo abbondantemente sopra. Dal 2019 si andrà ancora più su. E neanche finirà lì, perché la legge Fornero prevede che, da quell’anno, l’adeguamento dell’età pensionabile legato all’aumento dell’aspettativa di vita avvenga ogni 2 anni (attualmente avviene ogni 3). Ciò significa che dal 2021 si potrà anche sfondare la barriera dei 67 anni. Oltre che perverso, è anche un meccanismo disumano.  Il destino di centinaia di migliaia di persone dipende da una variazione statistica. Tanti si vedranno costretti a lavorare anche oltre i 67 anni, solo in base a un aumento “medio” dell’aspettativa di vita, cosa che nessuno sa bene, nella realtà concreta, che cosa significhi e che assomiglia tanto ai famosi polli di Trilussa. Il dato choc è che gli italiani sono destinati a “godersi” la pensione meno degli altri cittadini europei. La Uil ha fatto i conti  rielaborando  i dati Missoc (il sistema d’informazione europeo sulla protezione sociale) ed Eurostat. Tenendo conto dell’attuale aspettativa di vita a 65 anni, e dell’età di entrata in pensione, che è ritardata rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, i nostri pensionati percepiscono l’assegno in media per 16 anni e 4 mesi, contro i 18 anni e 19 mesi della media Ue, e le donne per 21 anni e 7 mesi, contro i 23 anni e 2 mesi della media Ue. Non c’è quindi nessun motivo per aumentare ulteriormente l’età pensionabile. Solo da un’Italia commissariata dai “tecnici” poteva scaturire una simile aberrazione.

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