Se (almeno) mille uomini molestano (almeno) ottanta donne, ci si aspetta una reazione quanto meno ferma da una come Laura Boldrini, che dei diritti delle donne ha fatto la sua battaglia e che si sente minacciata se qualcuno la chiama “il presidente”.
Ma così non è stato. Non solo qualche mese fa la presidente della Camera si felicitava per “l’accoglienza e lungimiranza” che regnavano a Colonia – ma certo non poteva sapere cosa sarebbe successo poi -, a una settimana dalle violenze di massa la Boldrini non ha commentato l’accaduto. Fino ad oggi, quando all’agenzia Aska a ha parlato di aggressioni “veramente inaccettabili” e da condannare. Salvo poi limitarsi a chiedere chiarezza e ad aggiungere: “Le persone che si sono permesse questi atti di mancanza di rispetto anche violenti ne rispondano davanti alla giustizia”.
Nessun riferimento alla provenienza degli aggressori che – stando al rapporto della polizia – sono “persone di origine straniera” che con arroganza sono arrivati a irridere le forze dell’ordine consci che nessuno avrebbe potuto fare nulla. Solo alle 17,30 del 7 gennaio, quando la polemica è già scoppiata, finalmente la Boldrini rompe il silenzio anche sui social. E – pur ancora senza parlare di immigrati – finalmente parla di “violenze, molestie e umiliazioni fisiche e verbali” e di “clima di intimidazione” a cui le donne sono costrette a sottostare.