Meningite, la discoteca Cocò decide di chiudere nel weekend

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L’ultimo caso di meningite grave che ha colpito un ragazzo di 19 anni di Gesico, ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Monserrato, ha messo la popolazione in allarme ma la Assl in una nota ribadisce che c’è un focolaio ma non si tratta di epidemia.
Questo ha esposto suo malgrado il noto locale Cocò a discussioni sui social, che ha portato i responsabili ha pubblicare su Facebook un post con il quale si rende nota la decisione di rimanere chiusi nel weekend.
Il “ciclone” abbattutosi nel cagliaritano parte dal fatto che due ragazzi colpiti da meningite di tipo, la settimana scorsa erano proprio in questa discoteca, una coincidenza che ha alimentato l’allarme e spinto anche la Assl a fare degli accertamenti. Ma non c’è nessun collegamento certo tra la discoteca e i due casi di meningite e non ci sono le prove che i due ragazzi si siano ammalati nel locale.

In precedenza era già uscito un comunicato del Cocò con il quale si partecipava al dolore per la scomparsa del giovane:
“Il Cocò Discoclubbing informa tutti gli affezionati clienti che in merito ai casi di meningite verificatisi a Cagliari ’ partecipa al dolore di quanti piangono Giovanni, il giovane deceduto a seguito della infezione batterica da meningococco. Purtroppo sono malattie che esistono e con le quali bisogna fare i conti. Noi nel rispetto di tutti, possiamo soltanto continuare a lavorare e offrire ai giovani la possibilità di trascorrere qualche ora in compagnia e, per quanto in nostro potere, in sicurezza. La sicurezza sanitaria può essere garantita soltanto rispettando i protocolli sanitari previsti dalla Asl. Ogni volta che si verifica un fatto tragico come quello accaduto pochi giorni fa, si cerca una spiegazione logica ma talvolta anche la logica cede il passo alla psicosi e alla paura. Bisogna proteggersi e per farlo si può scegliere di non uscire di casa, visto che i contatti a rischio possono esserci in ristorante, al bar, al cinema, al centro commerciale, oppure di continuare ad avere una vita sociale usando qualche precauzione raccomandata dalle autorità sanitarie. Vaccinarsi, se possibile, fare la profilassi antibiotica nel caso di contatti con persone malate, stare attenti ai sintomi caratteristici della malattia nella fase iniziale e recarsi subito in ospedale in caso si accenda un campanello d’allarme. In realtà nessuno di noi può dire con certezza e in quale momento viene contagiata la persona che poi si ammala. Una cosa e’ certa, i portatori sani possono essere ovunque vista la loro alta percentuale sul totale della popolazione (dal 5 al 25%)e il batterio, come e’ stato detto dai medici, non può sopravvivere fuori dal corpo umano nell’ambiente perchè labile. Per quanto riguarda il nostro modo di lavorare questo e’ testimoniato dalla presenza di tante persone che scelgono il Coco’ come offerta di qualità. Certo questo può suscitare invidie da parte di qualcuno ma invitiamo chi non lo fa a non speculare sulle disgrazie. Speriamo di poterci ancora divertire per molto tempo assieme. Un abbraccio da tutto lo staff del Cocò.”

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