Nei Pronto Soccorso Italiani mancano circa 4.200 medici

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 Nei Pronto Soccorso italiani mancano circa 4.200 medici, secondo i dati dello scorso novembre della Simeu (Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza).

E sono già 600 i medici che nel 2022 si sono dimessi, in pratica 100 al mese.

Garantire l’assistenza è sempre più difficile, anche perché le richieste di aiuto sono aumentate (in media del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Gli addetti ai lavori parlano della “peggiore estate da quando esiste l’Emergenza Urgenza”.
    Aumenta “con le stesse proporzioni” anche il numero di pazienti che resta a lungo in Pronto Soccorso in attesa di ricovero, il cosidetto boarding.
    “Il dato concreto è questo – spiega la Simeu in una nota -, un numero sempre maggiore di persone si rivolge ai DEA e ai PS, strutture che non possono delegare ad altri e che non hanno orari di chiusura”. Tuttavia le richieste “superano di gran lunga le possibilità di risposta”.
    Considerate tutte le cause, la Simeu stima che “gli operatori subiscono un incremento dell’intensità, del carico di lavoro personale non inferiore al 50% rispetto al 2021, che in questo stesso periodo non registrava né un’ondata di Covid né una simile e persistente ondata di calore”.
    Per Antonio Voza, segretario Simeu, “il primo problema sono le necessità non soddisfatte dei pazienti” ma “anche la condizione degli operatori ha ormai da tempo superato il limite della sostenibilità. Indistintamente da nord a sud”.
    La crisi di Governo, secondo la Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza, ha inoltre determinato “un duro stop a quelle poche conquiste che la medicina di emergenza urgenza faticosamente sembrava prossima a conquistare”. Questo perché, dichiara Fabio De Iaco, presidente nazionale Simeu, “limita il raggio d’azione del Governo agli affari correnti. I tempi per raggiungere i provvedimenti necessari alla sopravvivenza del servizio si dilatano in maniera insostenibile: in questa maniera non resisteremo”.
    La Simeu ritiene, tuttavia, che “per il nostro settore l’attività di sostegno non possa essere sospesa, pur in vista di elezioni politiche”. Chiede, dunque, che “entro le prossime settimane si prendano le decisioni necessarie nella direzione di una riorganizzazione proporzionale alle vere esigenze in atto”.
    (ANSA).

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