Ortoterapia. Presentati a Quartucciu i risultati del progetto “La cura dell’orto che cura”

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È stata una mattinata di confronto quella che oggi a Quartucciu, nell’azienda “Abitare con il verde” di Paola Lucia Cannas, ha posto al centro dell’attenzione la necessità che l’ortoterapia venga riconosciuta dal legislatore come terapia a supporto e integrazione delle cure tradizionali nel trattamento di disabilità intellettive e non solo. Il progetto “La cura dell’Orto che Cura” fortemente voluto dall’ideatrice Cannas ha trovato subito sponda nell’Anffas: «Principi di inclusione, autodeterminazione, centralità della persona e integrazione sono da anni alla base del nostro operato. Per realizzare questi obiettivi è necessario che ci apriamo alla collettività, al territorio, affinché sia chiaro a tutti che questi progetti sono di fondamentale importanza per la cura dei nostri ospiti e di chiunque si trovi in condizioni di difficoltà» ha spiegato Eleonora Salis dell’Anffas.

Tra i risultati registrati in 8 mesi di sperimentazione, Paola Cannas ne elenca alcuni: «Abbiamo riscontrato un notevole miglioramento della collaborazione tra i partecipanti al laboratorio, ogni persona ha potuto cooperare alla realizzazione di un prodotto finito ampio con grande soddisfazione personale. L’integrazione dei partecipanti con il personale dell’azienda agricola ha dato oro la possibilità di sperimentarsi in un ruolo lavorativo adulto e le relazioni che si sono create hanno favorito l’instaurarsi di un clima sereno e armonioso a prescindere dai compiti assegnati».

Erano presenti enti e associazioni che a vario titolo portano avanti esperienze di coinvolgimento di persone fragili negli effetti terapeutici della cura del verde. Dall’Orto Botanico di Cagliari nella persona di Luca Iiriti, responsabile del verde dell’Ateneo cagliaritano, all’Università con la testimonianza di Daniela Loi del Dipartimento di Ingegneria e Andrea Manca del Dipartimento di Psicologia; dall’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza con Silvia Paba al Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della ASL Oristano con Filippo Bartolomeo. Erano presenti e sono intervenuti anche rappresentanti delle associazioni Slow Food, La voce delle Piante e Coldiretti.

In rappresentanza della Regione Sardegna era presente il Direttore Generale dell’assessorato alle Politiche Sociali Giovanni Deiana: «Da tempo promuoviamo azioni di inclusione attiva per il sostegno alle persone fragili. L’ortoterapia rientrerebbe a pieno titolo tra quelle iniziative a cui riconoscere una valenza pubblica. Colgo l’opportunità che questa disciplina può offrire e mi impegno sin da subito a portare in Regione gli esempi positivi che sono stati raccontati durante il convegno affinché sia più agevole il cammino verso il riconoscimento scientifico in Parlamento».

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna.

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