Gisella Orrù, un nome, un giallo. Probabilmente uno dei casi giudiziari più complessi e coinvolgenti della cronaca isolana. Una vicenda per molti aspetti emblematica, a tratti indecifrabile, che prese le mosse negli ultimi giorni del giugno 1989 in quel di Carbonia,con la scomparsa di Gisella, bellissima studentessa sedicenne. Novegiorni più tardi il corpo senza vita e totalmente nudo di questasventurata ragazza venne scoperto sul fondo melmoso di un pozzo-sifone della rete di irrigazione, nelle campagne di SanGiovanni Suergiu. Era stata uccisa in modo barbaro, bestiale, nonprima, però, di essere stata abusata sessualmente oltrel’immaginabile. Fu appunto l’inizio del “Giallo del pozzo”, che ebbe ungrosso risalto anche in ambito nazionale e che ancora oggi appareintriso di zone d’ombra e d’interrogativi, nonostante la condanna didue uomini (uno morto suicida in carcere) e l’inattesoproscioglimento di altre due persone. Una vicenda complessa,appunto, impregnata di troppe zone d’ombra dal punto di vista delleindagini e dai discordanti verdetti dei processi. A trent’anni esatti dall’assassinio della sventurata sedicenne gliantefatti, i fatti e gli oscuri retroscena vengono riproposti, con unaminuziosa ricostruzione cronologica e con dettagli inediti, nel libro“Gisella-Una verità in fondo al pozzo”, scritto dal giornalista PaoloMatteo Chessa, che più di ogni altro seguì l’interminabile e maiconcluso evolversi della scabrosa e allo stesso tempo triste vicenda. Per non dimenticare Gisella, proprio dal 28 giugno, la stessa data incui nel 1989 scomparve la studentessa di Carbonia, il volume saràdisponibile nelle librerie o acquistabile anche on line.
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