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L’ex produttore cinematografico americano Harvey Weinstein, è stato dichiarato colpevole e condannato a 20 anni per aggressione sessuale; prosciolto dall’accusa di ‘predatore sessuale’, che gli avrebbe potuto valere la pena dell’ergastolo.
Il processo era cominciato a New York il 6 gennaio scorso dopo che nel maggio 2018 – grazie alle accuse di stupro denunciate dall’assistente di produzione Miriam Haley e da Jessica Mann, aspirante attrice – Weinstein era stato arrestato e poi liberato su cauzione.
L’ex boss della Miramax per la legge americana, rischiava – sulla base delle accuse ricevute – da un minimo di 5 fino ad un massimo di 29 anni: la sentenza è stata pronunciata a Manhattan, in un’aula di Tribunale al 15esimo piano della Corte Suprema, alla presenza sia di Weinstein che delle sue accusatrici, che hanno preso la parola nel corso dell’udienza.
Il giudice del processo James Burke, dopo 49 giorni di procedimento, ha deciso per 23 anni complessivi di pena che dovranno essere scontati consecutivamente.
Weinstein, che da alcuni giorni si trova nel reparto medico del carcere di Rikers Island dopo un operazione al cuore, è arrivato in Tribunale in sedia a rotelle.
I difensori avevano insistito per il minimo della pena prevista, cinque anni, atteso il suo stato di salute, le sue attività filantropiche ed i non buoni rapporti con le figlie che rifiutano di vederlo da quell’ottobre 2017, quando venne fuori sul New York Times il primo scoop con la terribile accusa.
Altre accuse ricevute da Weinstein in questi anni sono rimaste escluse dal processo perchè riferite a fatti troppo lontani nel tempo per essere perseguiti oppure perché non ricadono nella giurisdizione di New York.
L’ex produttore è coinvolto anche in un secondo processo, che per competenza si terrà a Los Angeles.
Alberto Porcu Zanda
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