“La delusione per il passo indietro di Q-Terminals sulla volontà di rilevare la concessione del terminal containers del Porto Canale è ancora tanta ma ora bisogna guardare avanti e rimettere in piedi tutte le iniziative e interlocuzioni possibili con gli altri operatori pur non avendo questi mai manifestato un vero e proprio interesse per il rilancio del transhipment nel porto di Cagliari”.
Cosi i segretari Filt Cgil Cagliari Natale Colombo e Marco Manca che sottolineano la necessità di “un piano di sviluppo industriale il più ampio possibile”. Il sindacato auspica che venga urgentemente convocato un tavolo istituzionale con AdSP, Comune e Regione per elaborare un percorso sinergico di iniziative e buone pratiche, anche con l’obiettivo di riavviare il confronto con il MISE e MIT.
“Occorre dare assoluta visibilità e concretezza alla necessità di rilanciare una struttura strategica per il nostro Paese e per l’intero Mediterraneo”. Il porto non è completamente fermo grazie all’operatività di MITO attraverso MSC per la gestione dei contenitori vuoti, ma non è certo sufficiente.
“Vista l’assenza di contratti commerciali – spiegano Colombo e Manca – riteniamo che questa non possa essere la soluzione capace di sostenere un vero rilancio dello scalo, le cui caratteristiche e infrastrutture meritano interessi e sviluppi maggiori affinché possa definirsi realmente come hub internazionale”.
Secondo la Filt Cgil Cagliari, “il piano di sviluppo industriale, oltre a offrire un servizio di backup, dovrebbe garantire il rilancio dell’intera infrastruttura ora arricchita anche dalla piena operatività della ZES e della Zona Franca”.
Inoltre, la nuova fase che si apre, dovrà avere al centro la ricollocazione dei lavoratori attualmente in Kalport, ai quali va garantita una prospettiva di lungo termine, facendo valere le altissime professionalità acquisite in oltre trent’anni di esperienza, come ulteriore punto attrattivo per il rilancio dello scalo stesso.