Premio Marchionni, giovedì la serata finale al Museo Diocesano Arborense

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Giovedì 26 giugno alle 18,30 nelle sale del Museo Diocesano Arborense di Oristano si svolgerà la serata finale del Premio Marchionni, concorso rivolto ad artisti di tutto il mondo organizzato per celebrare la figura del fine incisore urbinate Dino Marchionni, che negli anni Cinquanta approdò a Villacidro, decidendo di stabilirvisi.

Il Premio è un’iniziativa del MAGMMA (il Museo d’Arte Grafica del Mediterraneo Marchionni), che, con l’organizzazione della Fondazione Estetica & Progresso e il sostegno della Fondazione di Sardegna, intende così promuovere e valorizzare l’arte grafica contemporanea.

Quest’anno il premio celebra la 10^ edizione: per via dei lavori di ristrutturazione iniziati al palazzo Vescovile di Villacidro, che riguardano anche gli spazi del Museo Magmma, per la prima volta la fase finale del Premio Marchionni si svolgerà fuori dalle mura cittadine.

Spiega Walter Marchionni, direttore del MAGMMA: “Grazie alla stima reciproca che nel tempo si è creata con padre Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano, il Premio approda al Museo Diocesano Arborense: è qui che saremo ospiti finché dureranno i lavori a Villacidro, perché la sede naturale è quella, ed è qui che ho voluto che il Museo nascesse ed il Premio conseguentemente. Ma Oristano ha una storia importante per noi: perché Dino Marchionni proprio a Oristano ha mosso i primi passi con una mostra personale presentata al “Cenacolo” di via Dritta del suo concittadino urbinate Tino Biselli, nel 1973. Sempre a Oristano, nel 1986, è stata allestita la sua prima antologica alla Pinacoteca Comunale in Piazza Eleonora”. E’ per questo che in occasione della serata di giovedì sarà esposta un’opera grafica di Dino Marchioni, realizzata nel 1973 ed esposta per la prima volta proprio a Oristano, intitolata Ritratto.

Il concorso. Quest’anno sono state 485 le opere iscritte al concorso, arrivate da tutto il mondo.  Le 40 finaliste (20 per la sezione Grafica e 20 per la Pittura) più il premio ROSSOPASSIONE con sei opere finaliste, saranno esposte fino al 26 luglio.

La giuria composta da Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino (tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia),Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, Laura Martinelli responsabile attività culturali del museo Cà La  Ghironda di Zola Predosa Bologna, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro, di Milano, Pietro Tomassini Direttore del palazzo delle Arti di Lecce e  Arialdo Ceribelli, direttore, antiquario, collezionista della  Galleria Ceribelli di Bergamo, nominerà il vincitore assoluto delle due sezioni principali, la Grafica e la Pittura, a cui andrà un premio di 1.000 euro più un’esposizione personale nell’Archivio Lazzaro di Milano, prestigiosa istituzione artistica che offrirà anche una collaborazione, ed il Premio Speciale “Cà la Ghironda” , che consiste in una personale nelle Sale del più prestigioso Museo privato in Italia.

Gli artisti finalisti sono: per la sezione GRAFICA: Andrea Pani, Andrea Ciresola, Fabio Pacifico, Simone Fochesato, Erika Campanella, Manuela Dore, Giulia Cantarutti, Daniela Savini,Grazia Salierno, Giovanni Tonello, Alessanro Botti, Diletta Ferretti, Salvati, Cristina Iotti, Tina Sgrò, Francesca Musig, Vanja Kashawelska, Marilena La Mantia, Roberta Congiu.

Per la sezione PITTURA: Stefano Invernizzi, Lorenzo Scatena, Vanni Rocca, Paride Di Stefano, Ivan Toninato, Giuliano Giagheddu, Alessandro Botti, Giovanni Tonello, Carla Guarino, Carlo Martini, Sofia Fresia, Lucio Tosi, Herving Maria Stark, Giampiero Abate, Rosy Mantovani, Carmina Moschella, Vanja Kashawelska, Stefano Santi, Marco Longo, Fabio Masotti. 

L’esposizione delle 46 opere finaliste saranno visitabili previo appuntamento scrivendo a   info@premiomarchionni.it o chiamando al numero +393403473320.

Informazioni: tel. +39 340 347 3320; info@premiomarchionni.itwww.premiomarchionni.it/

Dino Marchionni nasce ad Urbino il 20 giugno 1932. Nella città dei Montefeltro, città natale di Raffaello Sanzio, si è diplomato presso l’Istituto d’Arte e successivamente ha frequentato l’Accademia Raffaello nella sezione di Litografia per la decorazione ed illustrazione del libro dove si diploma nel 1954 con l’illustrazione del libro di Prosper Merimeè “La Carrozza del SS Sacramento”. Nello stesso Istituto ad illustrare altrettanti testi furono: Salvatore Fiume, per ben due volte, Remo Brindisi ed Emilio Greco.

Dall’ottobre del 1954 si trasferì a Villacidro dove ha insegnato Educazione Artistica per trent’anni. Dapprima alla scuola dell’avviamento, di seguito, e in successione, presso il Seminario Vescovile, il Liceo Classico ed infine la scuola media “Antioco Loru”.

Nei primi anni vissuti a Villacidro Dino Marchionni si esprime essenzialmente con le tecniche a lui più care in quel periodo, retaggio degli studi appena terminati all’Accademia di Urbino.

La litografia, la linoleumgrafia, il monotipo, e le altre tecniche di incisione che tra l’altro sono oggetto di insegnamento presso gli istituti dove presta servizio.

Sono di questo periodo le realizzazioni con la tecnica della litografia di una serie di figure in bianco e nero e una serie di tauromachie, sempre con la tecnica della litografia, dove è forte l’influsso del Goya, autentico ispiratore dei giovani grafici ed incisori delle Accademie di mezza Europa.

Questo periodo, che possiamo inserire tra il 1954 ed il 1965, è ricco di esperienze soprattutto legate all’attività didattica.

Dalla metà degli anni sessanta inizia un periodo prolifico accostandosi a tecniche quali l’acquerello ed il graffito che saranno, negli anni successivi, il baluardo del suo percorso artistico.

Nel 1966 Dino Marchionni termina la realizzazione della prima grande opera con la tecnica del graffito: “Simbiosi” (titolo originario “L’ulivo”). Simbiosi, realizzata in quasi due anni, è il crocevia della nuova produzione artistica di Marchionni per quanto riguarda il graffito. Infatti affianca all’utilizzo del bulino, con il quale realizza le centinaia di foglioline dell’ulivo secolare, una normale lametta per grattare la cera nera sovrastante, onde poter liberare il giallo ed il rosso per poter creare il contrasto tra lo sfondo e l’albero. In questo periodo realizza alcuni graffiti, poche unità (cinque o sei), con tematiche legate alla neve e quindi con lo strato sottostante il nero, di color bianco; di queste opere, tuttora, se ne trovano tre pezzi.

La tecnica del graffito richiedeva ovviamente un’attenzione particolare e comunque superiore a qualsiasi altra tecnica. Proprio per la sua particolarità non concedeva distrazioni e conseguentemente errori.  Una volta asportata la materia (il colore a cera) era del tutto vano ogni tentativo di ricomposizione della materia stessa. Questo è il motivo per cui Dino Marchionni, quando si cimentava nella realizzazione di un’opera a graffito, doveva acquisire la massima concentrazione in un contesto di tranquillità e serenità; il lavoro minuzioso e lento, e quasi maniacale, gli ha consentito di ottenere, in quaranta anni, una produzione di opere a graffito che non supera i cento pezzi.

Alla fine degli anni sessanta, contemporaneamente allo sviluppo della tecnica del graffito, Dino Marchionni affina la tecnica dell’acquerello. Da questo momento in poi e per tutti gli anni settanta, la sua attività si concentra prevalentemente sull’acquerello. Questo è anche il periodo in cui Dino Marchionni si affaccia al grande pubblico con una serie di mostre personali; Oristano, Villacidro ed una serie di mostre collettive nella penisola.

Ma le soddisfazioni dell’artista-professore sono legate soprattutto alla sua attività didattica. In questo periodo i riconoscimenti verso gli elaborati dei suoi alunni, che partecipano ai concorsi anche internazionali, sono numerosi. Fra tutti spicca il Premio dell’UNESCO del 1978/79 sul tema dell’ambiente.

Negli anni ottanta Marchionni, raggiunta la piena maturità artistica, alterna la produzione di acquerelli con quella dei graffiti. Sono anni in cui nasce l’idea, sviluppata con Marcello Serra, di realizzare una serie di opere a graffito che hanno come tema la spiritualità, attraverso la rappresentazione delle maggiori cattedrali romanico-pisane della Sardegna.

Questo progetto, consistente e articolato, assorbe gran parte dell’attività artistica di Dino Marchionni; per questo motivo, nel 1984 dopo trent’anni di insegnamento, lascia la scuola. Nel 1998 il Comune di Villacidro e la Presidenza del Consiglio Regionale realizzarono un’opera postuma dal titolo “Le Cattedrali” edito da Progetto Sardegna. Dal quel momento in poi e fino alla sua scomparsa, che avverrà a Villacidro l’11 dicembre del 1994, la produzione artistica si fa più intensa e variegata. Le mostre personali si alternano più frequentemente; da citare sono quelle allestite ad Oristano, Villacidro, Cagliari, Macomer. Numerose sono anche le partecipazioni ad esposizioni nazionali ed internazionali: Cannes, Montecarlo, Milano, Fano e Gorizia. Le sue opere si trovano sia in collezioni private che pubbliche: Ufficio del Sindaco di Villacidro, Pinacoteca Comunale di Oristano, Palazzo della Regione Sarda

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