Referendum, quattro milioni al voto per l’autonomia

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Seggi aperti in Lombardia e Veneto per votare fino a stasera alle 23 sui referendum regionali consultivi che, a norma di Costituzione, puntano a vincolare le Giunte delle due Regioni a contrattare con il governo nazionale forme di maggiore autonomia regionale. A norma e nel rispetto dell’articolo 116 della Costituzione agli elettori di Lombardia e Veneto viene chiesto in via consultiva se sono d’accordo a sollecitare “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse”.  Come riporta Rainew.it, per votare occorre recarsi presso il seggio indicato sulla propria tessera elettorale, con un documento d’identità valido. Gli elettori sprovvisti della tessera elettorale possono rivolgersi agli uffici del Comune di residenza per conoscere l’ubicazione del proprio seggio. Non è consentito il voto all’estero, previsto solo per le elezioni della Camera dei Deputati, del Senato e per i referendum nazionali. I lombardi e i veneti residenti all’estero ma iscritti all’Aire possono però esercitare il diritto di voto presentandosi di persona al seggio della sezione elettorale in Italia in cui sono iscritti. In Lombardia non è previsto il quorum. Ciò significa che, a prescindere dal numero dei votanti, quello che conta sarà la vittoria del Sì o del No. In Veneto invece, per essere valida, la consultazione avrà bisogno di un’affluenza di almeno il 50%.

Alla chiusura dei seggi alle 23 gli occhi saranno puntati soprattuto sull’affluenza. Solo infatti con una significativa mobilitazione dei 15 milioni di italiani chiamati al voto i rispettivi governi regionali avranno un mandato forte, un potere contrattuale in grado di sostenerli, nell’eventuale trattativa con le istituzioni centrali per ottenere il diritto a gestire a livello regionale materie oggi di competenza statale. L’incognita politica riguarda dunque solo l’affluenza: comitati per il no non sono stati nemmeno costituiti, nessuna forza politica ha fatto campagna per il no. E solo Fratelli d’Italia si è dichiarata contraria. In Veneto le spese per il referendum ammontano a circa 14 milioni di euro, mentre in Lombardia, dove si sperimenterà il voto elettronico su tablet, almeno 38 milioni di euro. I cittadini della Lombardia infatti al seggio non trovano schede, urne e matite copiative ma 24mila tablet acquistati per l’occasione. Una sperimentazione, la prima in Italia su larga scala, proposta al Consiglio regionale lombardo dal Movimento 5 Stelle che contestualmente ha dato il proprio via libera alla consultazione sull’autonomia. A gestire le “voting machine”, costate 23 milioni di euro, sarà la multinazionale britannica Smartmatic, fondata da un venezueleno, leader mondiale in questo campo.

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